Compriamo protezione: il mercato ci sta offrendo un discreto punto di ingresso

 | 16.03.2020 09:17

Capita che quando si stia male per un’infezione ed il medico prescriva degli antibiotici, prima della fine della cura si cominci a stare meglio. Non so quanto spesso avvenga ma ciò induce i pazienti ad abbandonare precocemente la cura persuasi che non sia più necessaria. Sappiamo bene invece quanto importante sia portarla a termine.

Capita anche che nei mercati, in occasione di sofferenze indotte da andamenti avversi si prendano contromisure al fine di contenere i danni se non addirittura approfittare di questi movimenti inaspettati e contrari. Come per la cura antibiotica, capita anche che precocemente si abbassino le difese venendo a volte sorpresi da un riacutizzarsi del problema.

Questa mia nalisi è stata realizzata prima della notizia dell'ulteriore mossa della Fed di queste ore. Tuttavia le considerazioni fatte restano pienamente valide poiché la mossa in questione non apre uno scenario diverso da quello precedente ma si inserisce all'interno di quello esistente agendo al limite come acceleratore delle tendenze in atto.

Questo, a mio parere, è il contesto attuale dove vigorosi rimbalzi rispetto al chiaro trend short di breve, potrebbero farci abbandonare prematuramente le protezioni.

Ovviamente non voglio, perchè non capace, affermare che certamente si ritorni a segare nuovi minimi relativi ma è ciò che più di ogni altro scenario ritengo probabile.

Le motivazioni penso siano pacifiche (oggettive) ed attengono agli sviluppi dell’epidemia, da una parte, ed al suo impatto sull’economia globale dall’altra.

A ciò si aggiunga che, a detta degli esperti, la diffusione del virus negli Usa dovrebbe mostrare una'ccelerazione essendo il paese in “ritardo” rispetto ad altri come l’Italia dove il problema è più monitorato attraverso opportuni controlli che lo rendono manifesto e ne rendono possibile anche la gestione.

Sarebbero immaginabili le conseguenze sul piano sociale e, di converso, sui mercati.

In un contesto del genere, particolarmente magmatico ed incerto, è importante innanzitutto essersi posto il problema ed avere delle idee, ciò che potrebbe risultare tuttavia insufficiente perché quello che potrebbe fare la differenza è averle chiare.

Voglio dire che occorre sapere già come comportarsi a seconda di quale scenario dovesse materializzarsi davanti a noi.

Ad esempio, mentre nel caso dei rialzi non vi è limite alla Provvidenza, come abbiamo sperimentato negli ultimi 11 anni, per cui è possibile fare il 300% o molto più come il Bitcoin ci insegna, nel caso dei ribassi più che perdere tutto non possiamo.

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Ma se gli indici globali, non settoriali o di singoli paesi, si dovessero avvicinare a cali del 80 o 90 o 95% (abbiamo testimonianza di titoli a piazza Affari) probabilmente è perché sarà avvenuto qualcosa di talmente sconvolgente che perdersi in analisi del perché e del come sia avvenuto potrebbe essere l’ultima preoccupazione dell’umanità perchè probabilmente impegnata nella necessità più impellente di come difendere dalle mire del prossimo un piccolo pezzo di terra da cui ricavare il sostentamento della propria famiglia.

Dico questo perché, in fondo, i cali non sono per sempre come i diamanti ma prima o poi si stabilizzano e poi si fermano pure. A prescindere dal motivo.

Questo è ciò che l’uomo ha sempre sperimentato nella storia perché è nient’altro che il riflesso del progredire come specie. Siamo sempre andati avanti e mai involuti.

E più il calo aumenta e più di converso aumentano le probabilità di una stabilizzazione prima e di una ripresa strutturale poi rendendo progressivamente meno strategica la protezione e più decisiva la progressiva assunzione di rischio.

Trasferendo queste considerazioni ai mercati di oggi, la questione più importante è capire come puntellare i portafogli tenendo conto, da una parte, del prezzo delle coperture cioè di quanto possano essere efficaci acquisti di tal genere che possano tutelarci da ulteriori cali offrendo una stabilizzazione decisiva agli investimenti.

Intanto osservando lo S&P500 su time frame mensile, quindi rimandando al mttente qualunque considerazione di breve, non possiamo escludere che il calo sperimentato in queste settimane possa essere catalogato come ennesimo stop and go: