Con il greggio sopra i 50 dollari, gli impianti di trivellazione aumenteranno?

 | 22.01.2019 16:01

La produzione di scisto sta rallentando? È una domanda da porsi tra il fatto che il numero degli impianti di trivellazione USA è sceso del massimo in quasi tre anni la scorsa settimana ed un report del quarto trimestre da cui sono emerse drastiche riduzioni dell’uso di impianti nei giacimenti e dell’occupazione in Texas, nel New Mexico meridionale e nella Louisiana settentrionale.

Tuttavia, con i future del greggio USA scambiati vicino a 55 dollari al barile - e destinati a raggiungere i 60 dollari e oltre a breve termine - potrebbero esserci maggiori incentivi per i trivellatori USA per lasciare aperti i rubinetti, andando a peggiorare i problemi dell’OPEC che sta cercando di ridimensionare l’eccesso di scorte sul mercato globale.

Il calo della scorsa settimana di 21 impianti attivi negli Stati Uniti riportato dal gruppo di settore Baker Hughes ha giustamente sconvolto i trader del greggio, facendo accelerare i guadagni su un mercato già ampiamente rialzista per via degli sforzi dell’OPEC di aumentare la visibilità dei suoi tagli alla produzione. Il calo settimanale del numero degli impianti è stato il più brusco dal febbraio 2016. Ma nonostante questo, il numero degli impianti rimanenti, 852, è comunque ben più alto dei 747 di un anno fa.

h3 Un “lagging indicator”/h3

La regola d’oro da seguire per quanto riguarda il numero degli impianti di trivellazione attivi è ricordarsi che si tratta di un “lagging indicator”, un indicatore economico ritardato. Le variazioni di prezzo in genere comportano cambiamenti nel numero di impianti utilizzati, con un ritardo medio compreso tra 16 e 22 settimane.

L’attività di trivellazione e i future del greggio USA West Texas Intermediate sono strettamente correlati e ciascuno di essi mostra un ciclo pronunciato.