Cosa aspettarsi dalla Fed dopo che i consumi hanno superato le attese a gennaio? 

 | 28.02.2023 12:52

Che cosa può fare la Fed in una situazione di inflazione persistente?

L’indice sulla spesa personale dei consumatori (PCE) di gennaio si è attestato al 5,4% rispetto al tasso di inflazione previsto del 5%. Il mercato è già in fibrillazione e gli investitori speculano sulla prossima mossa della Federal Reserve. Ma qual è l’effettivo spazio di manovra della Fed?

PCE di gennaio più alto del previsto

Sulla scia del rally di mercato del mese scorso, l’effetto gennaio sembra essere arrivato a pieno regime quest’anno, risultando in un indice dei prezzi della spesa per consumi personali significativamente più alto. Il PCE di gennaio, il parametro preferito dalla Federal Reserve per misurare l’inflazione, è salito dello 0,6%, attestandosi al 5,4% rispetto al 5,0% previsto.

Allo stesso modo, l’indice PCE core, che sconta la volatilità dei prezzi dei generi alimentari e dell’energia, ha superato le aspettative, attestandosi al 4,7% rispetto alle previsioni del 4,3%. Nel lungo periodo, il PCE core fornisce un quadro più chiaro dell’andamento dell’inflazione sottostante, in quanto elimina le fluttuazioni distorsive dei prezzi di cibo ed energia. Ciò pone il tasso d’inflazione in una modalità problematica, se non addirittura fuori controllo.

Un altro segnale in tal senso è l’indice dei prezzi alla produzione (IPP), che misura i prezzi medi di vendita dei produttori nazionali. L’IPP è un segnale di allarme inflazionistico precoce perché indica che le imprese pagano di più per gli input necessari a produrre i beni che finiscono sulle tavole dei rivenditori. A gennaio, l’IPP per i beni a domanda finale è aumentato del +1,2% mensile, mentre per i servizi l’IPP è salito del +0,4%. Su base annua, l’IPP è aumentato del +6%.