Cosa aspettarsi in questa settimana

 | 18.04.2022 10:39

I principali listini americani hanno chiuso per la seconda settimana consecutiva in territorio negativo, sospinti dai venti contrari del conflitto ucraino, dove sempre di più sembrano allontanarsi gli spiragli di un accordo tra le parti (ed anzi, con Finlandia e Svezia pronti a richiedere un ingresso nella NATO, i rischi sembrano perfino aumentare) e un rapporto vischioso sull'inflazione statunitense che hanno rinnovato i timori sul carovita.

Le materie prime hanno nuovamente rappresentato il termometro del mercato, con il greggio che ha registrato un incremento, nella scorsa settimana, di oltre 8 punti percentuali e quello del gas naturale americano di ben il 15%.

Gli effetti palliativi dell’utilizzo record delle riserve strategiche di petrolio non sono bastati per contenere i rincari sopraggiunti dalla scia delle notizie provenienti dall’Ucraina (vedi Mariupol), di possibili sanzioni energetiche europee verso la Russia (con l'AIE che ha avvisato che circa 3 milioni di bpd di petrolio russo potrebbero essere interrotti da maggio in poi a causa delle sanzioni, o di compratori che evitano volontariamente i carichi russi) ed infine dalle ultime notizie dalla Libia (la quale ha interrotto domenica le operazioni al suo campo petrolifero El Feel e al porto petrolifero di Zuteina dopo che i manifestanti hanno preso il controllo dei siti).

La tenuta della resistenza dell’area dei 107/108 dollari, area pivot del mese, sarà importante per contenere una salita generata dalla rottura del triangolo formatosi dai massimi decrescenti di marzo.