Crescono le paure in attesa della prossima decisione FED

 | 07.12.2022 09:20


Se lunedì ad innescare le vendite era stata una lettura macroeconomica statunitense migliore del previsto, evidenziando una maggiore tenuta dell’economia a stelle e strisce, ieri le vendite sono state innescate dai mercati stessi. A colmare il silenzio del periodo di blackout dei membri del FOMC ci hanno pensato i Ceo delle principali banche d’investimento americane, da Goldman Sachs (NYSE:GS) a JP Morgan (NYSE:JPM). David Solomon di Goldman Sachs ha tuonato, in un'intervista a Bloomberg, come l’economia dovrà affrontare tempi difficili, rivedendo al ribasso i bonus e persino valutando potenziali tagli dei posti di lavoro. Più cupo Jamie Dimon di JP Morgan, il quale in un’intervista alla CNBC ha riportato rischi per una recessione da lieve a grave per il prossimo anno, a causa di un'inflazione ostinatamente elevata che potrebbe causare un prosciugamento della spesa dei consumatori. Jamie Dimon non nuovo quest’anno a tali nere previsioni, essendo stato tra i primi a vagliare (correttamente) ad inizio anno un maggior numero di rialzi della Fed, così come allarmi erano già stati suonati sullo stato dell’economia USA a maggio così come a giugno, riportando come gli Stati Uniti erano diretti verso un "uragano economico" a causa della stretta quantitativa della Fed e della prima guerra europea da decenni. Anche Morgan Stanley (NYSE:MS) ha affermato che le aziende stanno affrontando un "brusco risveglio" sugli utili. Di opposta visione il Ceo di Bank of America (NYSE:BAC) il quale prevede una recessione “superficiale” con i consumatori statunitensi “resilienti”.

Gli amministratori delegati delle più grandi aziende americane evidenziano sempre di più il disagio per lo stato dell'economia statunitense, la quale si trova ad affrontare la duplice minaccia dell'alta inflazione e dell'aumento dei tassi di interesse. La Business Roundtable ha dichiarato questa settimana che l'indice delle prospettive economiche dei CEO è sceso di 11 punti nel quarto trimestre, raggiungendo il livello più basso degli ultimi due anni. Tuttavia, con 73 punti, l'indice rimane al di sopra della soglia di 50 punti di espansione o contrazione.