Crescono le quote in oro degli speculatori

 | 22.10.2014 17:37

h2 Forex News and Events

Nella settimana fino al 14 ottobre i contratti future netti lunghi non commerciali sull’oro sono aumentati di più di 20.000 unità. Chiaramente il rimbalzo dal supporto a 1.180 USD ha innescato questa correzione di breve termine. Inoltre, gli speculatori sembrano fare affidamento sul calo dei rendimenti USA e sull’incremento della domanda di oro fisico per accrescere le posizioni lunghe in oro nei loro portafogli.

L’estensione della debolezza dell’USD e il calo dei rendimenti USA dovrebbero continuare a favorire il trend rialzista di breve termine. La correlazione in essere a 40 giorni fra lo XAU e i rendimenti dei decennali USA supera il 50%, forte segnale di clima di avversione al rischio. I decennali USA non rendono più del 2,17%, per effetto delle incertezze sulla tempistica del primo rialzo del tasso sui fondi federali della Fed. In questo scenario, prevediamo una correzione al rialzo più marcata dei prezzi dell’oro, dettata soprattutto dai flussi verso i rifugi sicuri. Oltre alla ricerca di sicurezza, le festività cinesi e indiani dovrebbero garantire una domanda pronunciata di oro fisico nei prossimi mesi.

La coppia XAU/USD testa i livelli a 1.245/1251 USD. Visto il rafforzamento del momentum rialzista, una rottura dovrebbe spianare la strada verso 1.283/1.300 USD (61,8% di Fibonacci sulle vendite da luglio a ottobre / livello psicologico). Le consistenze in oro dell’SPDR rimangono ai minimi da cinque anni, mentre il GLD (fondo quotato di SPDR, principale ETF aurifero al mondo) si avvicina ai 200 dollari per la prima volta dal 10 settembre.

La debolezza dell’inflazione USA è positiva per l’oro

Oggi gli USA pubblicheranno le cifre sull’IPC di settembre; le previsioni sono deboli. L’IPC primario a/a dovrebbe rallentare all’1,6% rispetto all’1,7% a/a di un mese fa; l’IPC di fondo dovrebbe rimanere stabile all’1,7% a/a. Il moderato miglioramento della crescita delle retribuzioni e l’aumento dei risparmi delle famiglie americane forse freneranno i prezzi al consumo ancora un po’. L’indice PCE a/a, monitorato con attenzione dalla Fed, nel mese di agosto si è attestato all’1,5%. Il prossimo rilevamento sarà diffuso il 31 ottobre, forse rimarrà piuttosto distante dall’obiettivo del 2,0% fissato dalla Fed. Le deboli pressioni dei prezzi offrono alla Fed la possibilità di rimanere flessibile sulla tempistica del primo rialzo del tasso sui fondi federali. Dovrebbero quindi persistere le pressioni al ribasso sui decennali USA, visto il supporto previsto per i mercati dell’oro.

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