Criptovalute: giornalisti nostrani "rimandati a settembre"

 | 05.10.2018 15:25

Questa mattina ho letto un articolo dal titolo e dai contenuti quantomeno discutibili .

Non ho mai visto qualcosa che contenesse una tale quantità di inesattezze e imprecisioni.

Senza indugio, ho deciso di scrivere un articolo a confutazione di queste bizzarre affermazioni.

Sono riuscito a mantenere un tono pacato, al contrario dell’autore dell’articolo oggetto di discussione che, con grande sprezzo del ridicolo, dà degli stupidi a milioni di investitori (me compreso).

Partiamo dal titolo.

Intanto è quantomeno pretestuoso, se non totalmente inopportuno, insultare letteralmente milioni di investitori sulla base di convinzioni personali (ricordo velocemente che giusto qualche giorno fa la New York Stock Exchange, non esattamente l'ultimo exchange in fondo a destra ha annunciato il lancio del suo primo prodotto sul bitcoin, ma ci torneremo).

Dunque delle due l’una. O il signor Piccone (l’autore dell’articolo sul Sole 24 ore nda) ritiene di avere competenze in materia di criptovalute superiori agli analisti della NYSE o a quelli del fondo Black Rock (l’asset manager più grande al mondo con i suoi $ 7 trilioni di capitali gestiti), che giusto pochi mesi fa ha annunciato la creazione di un fondo sulle valute digitali o forse, sottolineo forse, sarebbe il caso che studiasse un pochino, così da evitare in futuro di scrivere articoli su argomenti di cui ignora persino le basi.

Dopo questa doverosa premessa, voglio procedere alla confutazione punto per punto delle affermazioni contenute nell’articolo del Sole.
LIMITI TECNOLOGICI

Nell’articolo si legge:

ci sono limiti di natura tecnologica che contribuiscono a rendere inefficiente l’uso delle criptovalute come strumento di pagamento (Visa processa circa 1600 transazioni al secondo, un multiplo della blockchain). L’uso nei pagamenti all’ingrosso è ostacolato dall’incertezza dei costi associati alla singola transazione e dai tempi di esecuzione”.

Vero, il numero di transazioni in bitcoin (dunque non di tutto il mercato, ma solo della moneta a più alta capitalizzazione con circa il 50% di dominance) è ancora lontano da quello di Visa, che ad esempio nel 2016 ha processato transazioni per un valore di circa $ 9 trilioni. Ma se andiamo a vedere i dati del 2018, scopriamo che il numero di transazioni in bitcoin, con i suoi $ 1.3 trilioni, ha già superato abbondantemente quelle di PayPal e Discover, che non sono proprio gli ultimi arrivati!