Crolla PIL in Giappone sulla contrazione della domanda interna

 | 13.08.2014 16:09

Forex News and Events
La crescita del PIL giapponese crolla del 6,8% t/t annualizzato stando al verbale preliminare per il 2t. Il calo è dovuto principalmente alla contrazione del 2,8% della domanda interna, mentre il deflatore del PIL aumenta in modo significativo al 2,0% (da -0,1% dell’ultimo trimestre). Gli effetti dell’aumento delle imposte sulle vendite di aprile (dal 5% all'8%) si fanno sentire a chiare lettere oggi. La spesa giapponese di consumatori e imprese è calata rispettivamente del 5,2% e del 2,5% su base trimestrale. Il dato è chiaramente non favorevole alla crescita economica; tuttavia Amari, ministro dell'economia, ha fatto sapere che l’impostazione del governo non cambia in seguito alla pubblicazione dei dati. La ripresa economica continuerà a ritmi modesti secondo Amari, una volta che gli effetti fiscali sulle vendite verranno compensati. Dopo la stabilizzazione al di sotto della MM a 200 giorni a Tokyo, l’USD/JPY ha attraversato oltre la resistenza in apertura europea. Il rallentamento della ripresa giapponese non può far altro che incentivare le speculazioni per un ulteriore stimolo monetario. Così come il governo di Shinzo Abe, anche la BoJ di Kuroda non sembra propendere per questa soluzione in questa fase, Amari pertanto non ha escluso la possibilità di un intervento flessibile, qualora necessario.
Le speranze puntano adesso al rimbalzo atteso dopo giugno. Guardando al futuro le aspettative di mercato sono piuttosto ottimistiche. Secondo un sondaggio di Bloomberg gli economisti sono alla ricerca di una crescita del 2,9% annualizzata nel terzo trimestre, una volta che la depressione post-aumento delle imposte verrà lasciata alle spalle. Al contempo, osserviamo scarso potenziale di miglioramento data la crescita tardiva dei salari. Per quanto riguarda gli avvenimenti del 2° trimestre, i fondamentali non danno segnali solidi. Di fatto, la domanda delle famiglie è scesa di un significativo 19,2% rispetto allo scorso trimestre, mostrando che i dati di aprile sono stati seriamente deviati a causa di un consumo robusto prima dell’inserimento dell’imposta sulle vendite. In questo clima di riforme strutturali, la terza freccia Abenomics non si materializza e un'ulteriore onda di allentamento monetario non può generare miracoli da sé. L'unica nota positiva è costituita dalla domanda esterna di supporto con l'interscambio netto che foraggia la crescita del PIL per la prima volta da quando Abe ha messo in atto la massiccia politica di allentamento per combattere stagnazione che regna in Giappone da due decenni.
Gli investitori ora si chiedono se Abe possa avviare la seconda fase dell’imposta sulle vendite (dall'8% al 10%) entro la fine dell’anno, invece che a ottobre 2015, come originariamente previsto. Riteniamo sia fondamentale per Abe annunciare ufficialmente la fine della deflazione prima di procedere al successivo aumento dell’imposta sulle vendite, semplicemente per evitare la corsa ai consumi di breve durata analoga a quella osservata ad aprile, a cui seguì un trimestre di domanda interna al lumicino.
L’USD/JPY continua a essere scambiato con lo sconto, rafforzato dall’ulteriore preferenza degli operatori al di fuori del differenziale di tasso (il che può essere dovuto alla domanda di beni rifugio nel solco delle tensioni geopolitiche, alla lenta ripresa in Cina, nei paesi emergenti in Asia, ecc). Le inversioni di rischio a 3 mesi sono ai livelli più alti del 2014, ma rimangono sotto lo zero a differenza di fine 2012/inizio 2013 quando si passò a oltre il 30% di aumento dell’USD/JPY. Dal 2014 la coppia è bloccata tra 100,76/105,44 e ha iniziato a restringersi nell’area sull’onda delle speculazioni per ulteriori stimoli in dissolvenza. Nel breve termine monitoreremo la rottura nell’area a 100,76/103,02 per tornare a osservare una nuova direzione. Le offerte per opzione dominano oltre 103,00/50 per il mese a venire. Propendiamo ancora per il lato lungo del gioco credendo per lo più al fatto che Abe non sia pronto ad abbandonare la lotta per alimentare l'economia giapponese. Nel caso in cui i mercati invertano la tendenza, più stimolo, un azione fiscale ravvicinata (o nuove misure) dovrebbero essere d’aiuto per allentate un potenziale rafforzamento dello JPY.

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