Cronaca di un Black Friday, commerciale e finanziario

 | 29.11.2021 10:32

Sembra un film già visto, volatilità alle stelle, indici azionari che crollano in una sola seduta e acquisti sui beni rifugio. A livello tecnico, vengono infranti i supporti e medie, e la velocità di rotazione dei portafogli lascia sbalorditi, per l’inaspettata direzione presa dai mercati in preda alla più totale incertezza e paura. Andiamo per gradi e cerchiamo di capire cosa si nasconde dietro a questa paura e quanto possa essere giustificato il comportamento messo in atto dagli operatori, analizzando poi quelle che saranno nelle prossime settimane i FATTORI MACRO sui quali concentrare l’attenzione, per capire dove il vento porterà i mercati.

IL POTENZIALE NUOVO CIGNO NERO si chiama OMICRON la nuova variante sudafricana nome in codice B.1.1.529, che a distanza da 21 mesi del “debutto” del COVID-19, ha fatto rivivere in parte i fantasmi del virus che ha cambiato il mondo. In un primo momento mi è sembrato che la reazione dei mercati finanziari alla notizia fosse stata eccessiva, ma andando a fondo si capisce che in fondo l’incertezza è alla base delle paure; i mercati finanziari odiano l’incertezza e amano portarsi avanti, nel bene e nel male. I PREZZI SCONTANO TUTTO, uno dei postulati su cui si basa l’analisi tecnica.

Partiamo dai fatti, per capire il motivo di tanta apprensione: vaccinare tutti, e non solo chi avuto la fortuna di vivere in un paese economicamente avanzato è stato il primo errore. Il virus ha maggiori probabilità di mutazione, in soggetti immunodepressi, e non è un caso se la variante così pericolosa sia stata generata con grande probabilità nel continente Africano, dove l’AIDS ha ancora una diffusione spaventosa e le vaccinazioni contro il COVID sono ancora troppo scarse. Si ipotizza infatti che il virus sia mutato nel corpo di un organismo immunodepresso, accumulando 50 MUTAZIONI DIVERSE, trasformandosi nel virus che potrebbe di nuovo tornare a far paura: per i conseguenti danni sanitari, economici, sociali e psicologici, costringendo di nuovo il mondo a fare dei passi indietro.

Quello che rende questo virus maggiormente pericoloso rispetto alle altre varianti, sta nel NUMERO, LOCALIZZAZIONE, TIPOLOGIA delle MUTAZIONI. Queste caratteristiche, fanno temere che questa possa essere la prima variante in grado di compiere la temuta “ESCAPE”, in parole semplici: “annullamento dell’effetto degli anticorpi prodotti dai vaccini”. Insomma potrebbe delinearsi un quadro fosco, mai emerso prima, che potrebbe rendere il virus veramente ostico, contagioso e soprattutto insensibile ai vaccini o quasi, anche se c’è bisogno di ulteriori ricerche e conferme.

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Sarà necessario che le case farmaceutiche tornino a riformulare i vaccini per renderli adeguati alla nuova variante sudafricana, ma questo richiederà tempo per la realizzazione e la messa in commercio, con il rischio che nel frattempo si generino NUOVE VARIANTI.

Quello che preoccupa maggiormente, in merito al “nuovo virus”, secondo l’OMS è l’elevata probabilità di REINFETTARE GLI IMMUNIZZATI”. Pertanto la prima reazione messa in atto per arginare il problema, è stata la chiusura delle frontiere, con la speranza che non sia troppo tardi, inquanto la variante potrebbe già essere ovunque. La prima a chiudersi è stata la Gran Bretagna che giovedì sera ha sospeso i voli provenienti da: Sudafrica, Botswana, Namibia, Zimbabwe, Eswatini e Lesotho. Venerdì ha seguito l’Unione Europea nelle chiusure dei voli, che ha aggiunto all’elenco della Gran Bretagna, anche il Mozambico. Purtroppo a testimonianza della oramai diffusione della variante, Venerdì è stato isolato un caso in Belgio, di un soggetto proveniente dall’Egitto.

Anche se è ancora troppo presto, per trarre delle conclusioni, sulla capacità della variante di evadere l’immunità (naturale o da vaccino), per precauzione, LE AUTORITA’ SANITARIE DI TUTTO IL MONDO hanno fatto scattare le MISURE DI PREVENZIONE al fine di contenere la sua diffusione.

E’ in questo clima di INCERTEZZA e di PAURA che si sono svegliati i mercati finanziari venerdì mattina, e nonostante gran parte degli operatori dei fondi americani fossero in ferie a mangiare il tacchino per il “thanks giving”, le borse sono crollate in preda al panico, generando una rotazione dei portafogli: dagli asset più rischiosi e volatili (azioni, materie prime e cripto valute) verso quelle più sicure (titoli di stato USA e Germania, valute Yen e Franco Svizzero). Gli effetti più pesanti del VENERDI’ NERO si sono sentiti maggiormente in Europa, proprio per la festività sopra citata, e in particolare a guidare i ribassi tra le materie prime è stato proprio il petrolio che ha perso ben 10 dollari ovvero oltre il 13% in una sola seduta.

Ma perché proprio il petrolio ha avuto questo triste primato? La risposta è semplice, le chiusure dei voli e le sempre più probabili MISURE PRECAUZIONALI avrebbero come primo effetto una LIMITAZIONE DEI TRASPORTI. E se questo effetto lo sommiamo alla già avviata campagna americana di contenimento dei prezzi attraverso la messa in commercio delle scorte insieme alla Cina, il sorprendente risultato è presto spiegato. L’appello di Biden di chiedere aiuto ai Paesi Opec +, affinché producessero di più, per contrastare l’inflazione derivante dall’aumento dei costi dell’energia, aveva avuto esito fallimentare. Di conseguenza il Presidente USA ha deciso di ricorrere ad un accordo diplomatico con Xi Jinping per aumentare le scorte disponibili sul mercato disponibili al fine di contenere prezzi.