Debito Federale Usa e S&P 500: c'è benzina per nuovi minimi?

 | 21.02.2023 11:08

Nel President's Day

, giorno di commemorazione del compleanno di George Washington, Joe Biden visita a sorpresa Kiev.
Con un tweet il Presidente americano dichiara che la capitale ucraina "ha catturato il mio cuore, sapevo che sarei tornato": tale messaggio viene postato subito dopo l'incontro con il presidente Zelensky.
In un momento di rinnovata instabilità geo politica, con Banche centrali ed investitori sempre più dipendenti da dati e notizie, ogni news riceve una doppia chiave di lettura che fa non poco preoccupare gli investitori, molti dei quali intenti a fare il tifo per la direzione che il mercato azionario dovrà a breve prendere.

Come già indicato nelle analisi precedenti, al di là del tifare la “squadra del cuore”, le configurazioni grafiche dello SP500 e del nostrano FtseMib ci spingono verso un atteggiamento molto prudente: la stessa riapertura post Covid della Cina, non ha portato l’effervescenza auspicata a livello globale sia perché comporta un nuovo sensibile aumento della domanda di materie prime sia perché continuano le tensioni con gli USA.

Eloquente è quanto dichiarato dal portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin: "Gli Stati Uniti non sono qualificati per impartire ordini alla Cina. Non accettiamo che gli Usa facciano imposizioni sulle relazioni sino-russe o addirittura coercizioni e pressioni.”

Ulteriori pressioni ribassiste possono giungere dai dati macro della scorsa settimana, che hanno evidenziato un livello di inflazione ancora alto e la solidità del mercato del lavoro, portando di conseguenza ad un rinforzamento delle attese di una Fed più "falco".

Focalizzando invece la nostra attenzione su scenari prospettici futuri, ma non troppo, le vere scommesse vengono giocate sull’innalzamento del tetto del debito federale. Si è certi che il Congresso americano procederà in tal senso, ma quando e con che effetti sono i quesiti chiave in ottica di trend sullo SP500 soprattutto ricordando le esperienze passate.

Non solo inflazione dunque: la scorsa settimana l’Ufficio di bilancio del Congresso, l'agenzia federale statunitense incaricata di fornire dati economici al Congresso, ha fatto sapere che se il tetto del debito rimanesse invariato, la capacità del governo americano di contrarre prestiti utilizzando misure straordinarie si esaurirà tra luglio e settembre.
Fermo restando che un evento così estremo sia altamente improbabile, è importante ricordare gli eventi passati e i loro sviluppi al fine di contestualizzarli nello scenario presente.
 
L’innalzamento del tetto del debito pubblico è stata sempre una formalità fino al 2008. Dalla crisi subprime dunque, tale intervento è divenuto sempre più complesso a causa dei forti timori sulla sostenibilità del debito pubblico in aumento esponenziale.
Degno di nota è il 2011: i Repubblicani, che avevano ottenuto il controllo della Camera dei Rappresentanti a gennaio dello stesso anno, pretesero un taglio del deficit da parte del presidente Obama in cambio dei propri voti a favore dell’aumento del tetto.
Con un rallentamento della ripresa post-crisi, il Congresso fu costretto ad approvare il Budget Control Act, che imponeva ingenti tagli alle spese.
Per via di questa legge, ad agosto 2011 gli Stati Uniti hanno sfiorato il default. Il 5 agosto Standard & Poor’s, che ad aprile 2011 aveva assegnato al rating creditizio statunitense un outlook negativo, divenne la prima agenzia di rating della storia, tra quelle principali, a declassarlo da AAA a AA+.
 
La crisi europea dei PIGS passò per qualche mese in secondo piano: infatti la crisi del tetto del debito USA fu la causa primaria del crollo del 17% registrato dall’indice SP500 solamente nel mese di agosto 2011 con le quotazioni dell’oro in crescita del 25% ma nonostante tutto, gli investitori continuarono a preferire i Treasury a quasi ogni altra asset class generando un calo sul decennale dal 3,72% di febbraio all’1,72% di settembre.
 
Oggi Il Congresso è nuovamente diviso come nel 2011 con l’aggiunta di una nuova crepa, generata dal Partito Repubblicano nella Camera dei Rappresentanti e mostrata al pubblico tramite le complicate elezioni dello Speaker McCarthy dello scorso gennaio.
I “falchi” del debito staranno esagerando? Non abbiamo la sfera di cristallo ma è certo che tale questione può rappresentare l’acceleratore della gamba ribassista che manca oggi allo Sp500!

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SCENARI PROSPETTICI CONFERMATI RISPETTO ALLA PRECEDENTE ANALISI:
future SP500 (US500): la resistenza a 4200 sta facendo ritracciare il future, con atterraggio possibile sulla trendline partita dai minimi di ottobre 2022. Si ricorda la criticità di tale resistenza, capace a maggio 2022 di spingere il future in area 3.600. Lo sforamento della suddetta trendline incoraggerebbe l’assunzione di posizioni short.