Default SVB: la gamba ribassista è pronta al completamento sullo S&P 500?

 | 13.03.2023 11:40

L’avvio del 2023, fino a qualche giorno, ha fatto ben sperare in merito ad un andamento sostanzialmente poco volatile nei mesi a seguire.

Il rallentamento alla corsa del rialzo dei tassi d’interesse prospettato dalla Federal Reserve ha generato aspettative positive sui mercati rappresentate dall’incremento dei prezzi vissuti fin ora.

Certo è che il mercato obbligazionario ed il bank run dovevano e devono dire ancora la loro!

Partiamo con “l’effetto” Powell, che ha messo in guardia i mercati affermando che è possibile che si debba nuovamente spingere sull’acceleratore ed essere più restrittivi, in netta controtendenza con quanto dichiarato a febbraio.
In tale occasione è stato comunicato al mercato che il processo “disinflazionistico” era iniziato, e dunque il messaggio è stato percepito come estremamente accomodante dagli operatori del settore e dagli investitori.

Tornando invece alla scorsa settimana, il drastico cambio di rotta del presidente FED è dovuto principalmente alla pubblicazione dei dati macroeconomici sotto riportati, superiori alle attese e con la conseguenza che il livello finale a cui i tassi di interesse dovranno arrivare potrebbe essere più alto rispetto a quanto precedentemente ipotizzato.

Il rapporto mensile sul mercato del lavoro statunitense ha visto il tasso di disoccupazione crescere al 3.6%, rispetto al 3.4% del mese precedente e delle stime. I posti di lavoro nei settori non agricoli nel mese di febbraio hanno visto un incremento di 311.000 unità, mentre il consensus era per 225.000 nuove buste paga.

Passiamo ora al bank run: in maniera apparentemente decorrelata dal mercato azionario, Silvergate Bank, rinomata piattaforma di criptovalute, ha annunciato nei giorni scorsi la chiusura. “Il piano di chiusura e liquidazione della banca include il rimborso completo di tutti i depositi”, viene indicato nel comunicato stampa. Decisivo, oltre al mercato ribassista cripto e situazioni societarie correlate, il crollo dei depositi, passati nel quarto trimestre da 8,1 miliardi a 3,8 miliardi.

Adesso è palese che la corsa agli sportelli sia passata anche alle Banche tradizionali americane seppure con meccanismi che potrebbero essere meno severi del previsto e paradossalmente rafforzare le big banks statunitensi.

L'andamento delle azioni della Silicon Valley Bank (SVB), che questa settimana ha perso 9,6 miliardi di dollari di valore di mercato, è stato tale da spingere le autorità di regolamentazione della California a intervenire per chiudere la banca e nominare la Federal Deposit Insurance Corporation come curatore fallimentare. Come già detto però, il rischio di contagio appare limitato con potenziale vantaggio per le grandi banche d'affari.

Il portafoglio di SVB, è concentrato su aziende tecnologiche growth di media capitalizzazione sostenute da venture capital, molte delle quali stanno ora ritirando i depositi per finanziare i costi operativi, mentre i nuovi finanziamenti da venture capital hanno rallentato. Nei periodi di alta liquidità, SVB aveva acquistato quantità rilevanti di titoli a tasso fisso a lungo termine che ora sono significativamente al di sotto del prezzo di acquisto.

A questo punto il mercato ha bisogno di rassicurazioni poiché come nella maggior parte dei casi, l’elemento emotivo e psicologico degli investitori rappresenterà il carburante per la direzione definitiva delle borse.

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Si ricorda che complessità simili a quelle di SVB sono già apparse in Italia con il recente caso Eurovita.

E’ chiaro che l’elevata inflazione restringe drasticamente i margini di manovra della FED che si dubita potrà replicare una “cura” efficace come quella del 2008.

SCENARI PROSPETTICI:
future SP500 (US500): come indicato nell’analisi precedente la resistenza a 4200 era il “nemico da battere”. Ora si ritraccia in direzione 3780 dopo la netta rottura della trendline partita dai minimi di ottobre 2022, che incoraggia le posizioni short alla loro tenuta con obiettivo successivo in area 3600.