Disoccupazione sotto il 7% nel Regno Unito, rally della GBP

 | 16.04.2014 13:47

h2 Forex News and Events/h2

Nel Regno Unito il tasso di disoccupazione medio a 3 mesi è sceso sotto la soglia del 7% fissata in precedenza dalla BoE, i redditi medi segnalano il possibile inizio di un miglioramento degli standard di vita nel Regno Unito. Il cable oggi è ottimista, anche se ci sono solide offerte prima di 1,6823 (massimo dell’anno) in attesa di essere liquidate. Nell’Eurozona, le cifre definitive riferite all’IPC hanno confermato la debolezza delle dinamiche inflattive nell’Eurozona. La reazione del mercato rimane limitata, l’EUR/USD tende al rialzo. In Nuova Zelanda, la debolezza dei prezzi dei prodotti caseari e il calo dell’inflazione nel primo trimestre pesano sul dollaro neozelandese, nonostante le attese di una RBNZ falco alla riunione di politica monetaria del 24 aprile.

Il tasso di disoccupazione scende al 6,9% nel Regno Unito

Nel Regno Unito il tasso di disoccupazione medio a tre mesi è sceso sotto il 7,0% per la prima volta dal 2009. Il tasso di disoccupazione ora è inferiore alla soglia del 7% che Mark Carney aveva fissato per la prima fase della sua forward guidance a giugno 2013. In scia all’inaspettato e ripido calo della disoccupazione, lo scorso febbraio Carney aveva dovuto rivedere la sua decisione per riuscire a mantenere i tassi d’interesse ai minimi storici a sostegno della ripresa economica. Il rapporto di oggi ha anche mostrato che i salari settimanali medi a 3 mesi sono saliti dall’1,4% all’1,7%, lievemente meno dell’1,8% previsto; i redditi al netto dei bonus (1,4% rispetto all’1,7% previsto e all’1,3% precedente) hanno deluso le attese.

Di riflesso, la coppia GBP/USD ha compiuto un rally a 1,6816 (banda di Bollinger superiore a 30 giorni). Permane una forte resistenza sotto 1,6823 (massimo dell’anno), troviamo discreti ordini d’acquisto per opzioni in scadenza oggi a 1,6795/1,6810. Dal punto di vista tecnico, la coppia GBP/USD passa di mano agevolmente nella fascia intermedia del canale di trend ascendente da novembre 2013 ad aprile 2014. L’inclinazione è positiva.

L’EUR/GBP è sceso a 0,82332 dopo i dati. Gli indicatori di trend e momentum rimangono nettamente ribassisti. Manteniamo gli occhi puntati su 0,82250 (base del canale di trend ribassista di aprile) e 0,82042 (minimo 5 marzo), finché terrà la resistenza che coincide con la media mobile a 50 giorni (0,82820).

Il rallentamento cinese potrebbe essere stato peggiore

L’ottima notizia arrivata dalla Cina è che, durante il primo trimestre del 2014, la crescita del PIL ha subito un rallentamento inferiore al previsto. Il prodotto interno lordo cinese è cresciuto a un ritmo più lento, pari al 7,4% a/a, nel primo trimestre, rispetto al 7,7% del trimestre precedente. Si tratta di una cifra lievemente superiore al 7,3% previsto che, curiosamente, è stata sufficiente a risollevare il sentiment in Asia. Gran parte delle piazze azionarie dell’Asia emergente ha compiuto un rally. Il won coreano, il ringgit malese, il peso filippino e il baht tailandese hanno avuto un andamento migliore rispetto all’USD. Lo yuan ha consolidato le perdite sopra 6,2197. I discreti ordini d’acquisto per le opzioni a 6,2000/6,2100 probabilmente freneranno il calo per tutta la giornata.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

Il “rally di sollievo” dell’AUD/USD dopo la pubblicazione del PIL cinese è stato frenato da 0,9380. Dopotutto, si è trattato solo di notizie meno deludenti. Il momentum rialzista mostra segnali di debolezza. Una chiusura giornaliera inferiore a 0,9315 farà entrare il MACD (12-26) in territorio negativo e metterà a rischio la media mobile a 21 giorni (attualmente a 0,9259). Contro l’NZD, l’AUD estende i guadagni sopra 1,0900 per la prima volta dal 4 febbraio. Ci sono discreti ordini d’acquisto per opzioni in scadenza oggi e domani in attesa di essere attivati a 1,0900.

La debolezza dei prezzi dei prodotti caseari pesa sull’NZD

Il quinto calo consecutivo, pari al -2,6%, dei prezzi dei prodotti caseari all’odierna asta del GDT pesa sul complesso NZD più del calo dell’inflazione nel primo trimestre. La debolezza dei prezzi dei prodotti caseari danneggia i termini di scambio per la Nuova Zelanda, mentre l’indice ponderato in funzione degli scambi commerciali dell’NZD è ai massimi storici. L’accelerazione più lenta dell’IPC, allo 0,3% m/m (contro lo 0,5% previsto e lo 0,1% precedente) e all’1,5% a/a (contro l’1,7% previsto e l’1,6% precedente) probabilmente non influenzerà la decisione della RBNZ alla riunione di politica monetaria del 24 aprile. I dati della CFTC dell’8 aprile mostrano che le posizioni lunghe speculative sull’NZD sono aumentate per l’ottava settimana consecutiva, in scia alle previsioni di un rialzo del tasso dalla RBNZ. Tuttavia, la natura speculativa dei lunghi sull’NZD aumenta il rischio di una ricopertura di scoperti.