Diversificazione non è DISPERSIONE: 3 Errori da NON commettere

 | 20.10.2022 12:02


Come racconto spesso, grazie al mio lavoro sono costantemente in contatto con nuovi clienti, di tutti i tipi; si tratta di una caratteristica di questa professione che ogni consulente finanziario potrà confermare. Incontrare ogni giorno diversi clienti, ognuno con un obiettivo diverso, con un grado di rischio diverso, con una formazione finanziaria diversa e con dei preconcetti in testa diversi, è la norma.
Da qui ho riscontrato alcune caratteristiche tipiche che hanno alcuni investitori, o più in generale persone che vogliono iniziare ad investire o già investono nei mercati, dei tratti comuni che si fanno strada nella mente delle persone, le quali tendono a prendere alcune decisioni sulla base di conoscenze limitate di questo mondo, se non erronee in certi casi. Oggi parliamo di 3 errori che comunemente molti investitori commettono quando si parla di diversificazione.

Preciso subito che quello di cui parleremo in questa puntata non ha lo scopo di denigrare dei pensieri comuni che tutti noi abbiamo, io stesso all’inizio ho commesso l’errore di ragionare in un certo modo. Quello che cercheremo di fare oggi sarà andare a spiegare il perché determinati pensieri siano solo in apparenza sensati, ma all’atto pratico rischiano di diventare non solo inutili, ma anche dannosi per il nostro percorso da investitori.
Partiamo dalla base: abbiamo detto che parleremo di 3 errori comunemente fatti da investitori quando si parla di diversificazione, ma cos’è la diversificazione?

Per chi non lo sapesse la diversificazione è un elemento cardine di un buon investitore, un pilastro fondamentale che vi è alla base di una corretta strategia finanziaria.
Per capire l’importanza della diversificazione e cosa sia, prendiamo ad esempio il classico ragazzo che si avvicina al mondo crypto senza aver mai sentito parlare di Borsa, e decide di mettere su una crypto qualsiasi 500€. Il mondo crypto, lo sappiamo, è molto volatile e il ragazzo passa dall’avere 500€ a 600€ in un solo mese; fantastico! 
Chi non vorrebbe questi rendimenti?
Purtroppo però passato un altro mese i suoi 600€ tornano a 500€, e in altre due settimane il valore del suo capitale arriva a valere 50€, sto estremizzando ovviamente.
Capiamo quale sia il problema? Lasciando per un momento la valutazione di questo strumento finanziario nello specifico, accantonando tutti i discorsi economici, congiunture e influenze esterne ecc. c’è un problema di fondo che non è superabile in alcun modo: il ragazzo ha messo all’inizio 500€, tutto il suo Portafoglio, su un singolo strumento.

Questo significa che il suo intero Portafoglio è soggetto alla fluttuazione che ha un singolo asset, e non è un genere di Portafoglio che personalmente vorrei o farei mai ad un cliente. Per evitare questa dipendenza assoluta del nostro patrimonio con il singolo asset si va a diversificare, acquistando quindi altri asset finanziari, in modo tale che il singolo strumento vada ad influire solo in parte nel complesso del nostro Portafoglio.
Idealmente un Portafoglio ben diversificato permette una maggiore stabilità nel tempo, ma non è sempre così.
Non parliamo in questa puntata della diversificazione nello specifico, ci sono altre occasioni per parlare di come fare o non fare una corretta diversificazione per il nostro Portafoglio, argomento sicuramente centrale della nostra pianificazione. La cosa importante è avere in chiaro, per andare avanti, quale sia lo scopo di avere un Portafoglio ben diversificato.

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Prima di trattare nello specifico i 3 errori però è bene spiegare un concetto importantissimo: la diversificazione NON DEVE essere dispersione. 
Cosa intendo dire. La dispersione si ha quando si porta la diversificazione all’eccesso, di fanno delle scelte che non vanno più a seguire una strategia sensata, ma per il puro pensiero di diversificare, concependo questo importantissimo assunto come assoluto, e non relativo.
Un tipico esempio di una persona che disperde, anziché diversificare, è chi acquista compulsivamente sempre più aziende diverse. Nella sua mente il pensiero dominante è che così si mette al riparo dalle fluttuazioni, ma ritrovarsi ad avere un Portafoglio pieno di tantissime aziende scelte casualmente non porterà giovamento, non ci aiuterà a guadagnare e non ci permetterà di gestire i nostri investimenti in maniera conscia.
Con questo sto dicendo che una corretta diversificazione non può essere fatta se si acquistano centinaia di aziende? Assolutamente no, gli ETF si basano su questo concetto. L’importante è capire che una buona strategia si basa sulla ponderazione e sul bilanciamento delle nostre risorse per ottimizzare i risultati. Acquistare a caso quindi non è diversificare, è disperdere.

E finalmente possiamo passare al punto centrale di questa puntata: quali sono i 3 errori spesso commessi da molti investitori in materia di diversificazione? Vediamoli assieme.

N.1 Utilizzare più banche. 
Spesso e volentieri nella mente degli investitori parte questo ragionamento: “cosa succede se la banca fallisce? Diversificando il mio capitale tra più banche, o tra più broker, ho la possibilità di stare più tranquillo con i miei capitali. Ho letto da qualche parte che il mio capitale è assicurato fino a 100.000€ se una banca fallisce, quindi se ho 500.000€ ed utilizzo 5 banche metto al sicuro il mio capitale. Giusto?”.
Questo pensiero così vago sembra logico in superficie, ma è dettato unicamente dal non conoscere nel dettaglio la materia in caso di fallimento di una banca.
Preciso che sto parlando di banche, non di broker particolari, del mercato del Forex o di Crypto, piccolissimi che raccolgono capitali e poi chiudono. Sto parlando di istituti importanti e che seguono le regolamentazioni in materia.
Premesso che una banca non fallisce dal giorno alla notte, i nostri capitali sono garantiti fino a 100.000€ solo per quanto concerne i conti correnti, la liquidità. Per l’investimento invece c’è tutto un altro discorso da fare.
Quando investiamo noi abbiamo i nostri capitali in un conto titoli, il quale non è della banca; la banca è solo il parcheggio del nostro conto, il quale contiene asset a nostro nome. Ciò significa che anche se avessimo 1.000.000€ investiti e tenuti in un unico conto titoli appoggiati in una sola banca, e questa da un giorno all’altro fallisce, noi avremmo sempre quegli asset a nostro nome, e spostando il nostro conto su un’altra banca risolveremo l’inconveniente. Posto che è molto complesso veder fallire una banca.

Viceversa avere il nostro Portafoglio su più conti ci rende più complesso avere una visione univoca di cosa stia succedendo al nostro intero patrimonio, inducendoci a ragionare in modo non razionale, ma emotivo. Se ho 10 Portafogli staccati, a meno che non sia molto bravo ad eliminare questa tendenza, considererò il mio Patrimonio come composto da 10 parti, ma alla fine si tratta sempre del nostro Patrimonio.
Ovviamente, come detto, si possono usare più conti e ragionare nel complessivo, ma dato che non ci sono reali vantaggi nell’usare più banche, perché rischiare di entrare in questo meccanismo?
L’unico vantaggio effettivo è il discorso commissionale, che varia tra gli istituti e della presenza o meno di alcuni particolari mercati. Il mio consiglio però rimane quello di partire dalla nostra Strategia, e solo poi ragionare sull’istituto che meglio si confà alle mie esigenze.

N.2 Avere asset che non seguono la mia strategia.
Si tratta di un elemento su cui tengo a fare una particolare attenzione. Spesso mi viene chiesto “perché non mettiamo in Portafoglio anche qualche ETF a distribuzione per avere del dividendo?” quando l’obiettivo che ha il cliente è aumentare il proprio capitale. Alla mia domanda “A cosa ci serve in questo momento avere un asset che ti distribuisce un dividendo? Hai necessità di un’entrata extra oggi?” nove volte su dieci la risposta è “No, ma così aumentiamo la diversificazione”.
Sono fermamente convinto che un Portafoglio debba seguire una strategia definita, o più strategie in casi particolari, ma sempre ben chiare.
Tipicamente un Patrimonio segue tre obiettivi: crescere, per raggiungere un certo risultato; essere protetto, dalla perdita di valore derivante dall’inflazione (spesso richiesto da chi ha importanti capitali); darci una rendita supplementare, se vogliamo avere delle entrate extra o vivere di rendita.
Ognuna di queste strategie ha diversi strumenti da considerare, diversi obiettivi e dei ragionamenti differenti. Avere in Portafoglio qualcosa che non serve a seguire la nostra strategia per la pura idea di diversificazione è un errore che ci mette nella condizione di avere una parte di capitale non impiegata per il raggiungimento dei nostri obiettivi, e questo rende il Portafoglio non ottimizzato, che è l'essenza della dispersione.
Ovviamente è fondamentale diversificare, ma rimanendo sempre nell’ottica della nostra strategia.

N.3 Utilizzare più consulenti.
Ovviamente questo errore viene commesso solo se per investire vi fate accompagnare ed assistere da chi fa questo come lavoro.
Molte persone credono che avere diversi consulenti, promotori, assicuratori e chi più ne ha più ne metta sia utile per diversificare; “in questo modo se una persona sbaglia sono tutelato dagli altri”. Nulla di più errato.
Per capire perché questo ragionamento è così sbagliato vi faccio il mio esempio personale. Quando devo impostare un Portafoglio fatto su misura per le esigenze di un cliente, che consideri il suo orizzonte temporale, i suoi obiettivi, il suo grado di rischio, le sue preferenze e chi più ne ha più ne metta, ho bisogno di sapere dove si trova tutto il suo patrimonio.
A meno che non si è un gestore, il cui obiettivo è il massimo risultato, un consulente lavora, o almeno dovrebbe lavorare, considerando tutto il patrimonio, altrimenti rischia di commettere degli errori di valutazione.
Provate a pensare ad un classico caso, un cliente che ha 200.000€ divisi tra due consulenti. Dato che come abbiamo detto, che si abbiano 10 mini Portafogli o un unico grande Portafoglio il discorso non cambia, l’unico modo corretto di gestire il Patrimonio è che i due consulenti sappiano come si muove l’altro, quali sono le sue scelte, in cosa investe ecc…
Altrimenti ci ritroviamo nella situazione di investire entrambi in un particolare asset, facendo un doppione ed esponendo il cliente a molti più rischi.
Ripeto il problema non è che un consulente è migliore di un altro, ma ognuno ha la sua strategia per arrivare all’obiettivo comune, e se uno dei due non sa cosa stia facendo l’altro, come fa ad impostare una strategia che considera l’intero Patrimonio del cliente?
Preciso che questo punto lo considero per come lavoro io personalmente, ma confrontandomi con diversi colleghi ho riscontrato la medesima problematica.

Spero che questa puntata vi sia stata utile, il mio consiglio rimane sempre lo stesso: ragionate sul perché effettuate determinate scelte, o se non avete gli strumenti per farlo adeguatamente, fatevi aiutare nelle vostre decisioni, non solo nel mondo degli investimenti ma in tutto ciò che riguarda la nostra vita.

Il trading degli strumenti finanziari e/o di criptovalute comporta alti rischi, compreso quello di perdere in parte, o totalmente, l’importo dell’investimento, e potrebbe non essere adatto a tutti gli investitori. I prezzi delle criptovalute sono estremamente volatili e potrebbero essere influenzati da fattori esterni come eventi finanziari, normativi o politici. Il trading con margine aumenta i rischi finanziari.
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