Due vincitori, un grande perdente dopo la proroga dell’accordo OPEC

 | 06.12.2017 14:40

di Jesse Cohen

L’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio (OPEC) insieme ad alcuni produttori non OPEC con a capo la Russia, la scorsa settimana ha deciso, in occasione del vertice OPEC a Vienna, di estendere gli attuali tagli alla produzione di greggio per altri nove mesi, fino alla fine del 2018, come previsto.

“È stata una buona, lunga giornata … potremmo dire ottima”, ha dichiarato il ministro del petrolio saudita Khalid Al-Falih in occasione della conferenza stampa seguita al vertice del 30 novembre. “Sono lieto di annunciare che la decisione è stata unanime”.

Tuttavia, i principali produttori petroliferi mondiali hanno indicato anche la possibilità di un’uscita dall’accordo se il mercato dovesse surriscaldarsi ed i prezzi dovessero salire tanto da consentire ai principali rivali dell’OPEC, i produttori di petrolio da scisto statunitensi, di iniziare ad aumentare la produzione. L’accordo per tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno (bpd) è stato inizialmente adottato nel novembre 2016 dall’OPEC, dalla Russia e da altri nove produttori nel tentativo di riequilibrare le scorte e la domanda sul mercato. L’accordo sarebbe dovuto durare fino al marzo 2018 essendo già stato prorogato una volta, nel maggio 2017.

Ecco chi sono i due maggiori vincitori del vertice della scorsa settimana ed il principale produttore che si è ritrovato da quella che sembra la parte degli sconfitti.

Vincitore n° 1: i produttori di petrolio da scisto USA

Il principale vincitore dei tagli alla produzione OPEC sono stati i produttori di petrolio da scisto USA, tra cui Exxon Mobil (NYSE:XOM), Marathon Oil (NYSE:MRO) e Chesapeake Energy (NYSE:CHK). In particolare, hanno beneficiato dall’aumento dei prezzi del greggio, con i future del West Texas Intermediate tornati a circa 60 dollari al barile dai minimi di 27 dollari segnati nel gennaio 2016.