ENI: il ritorno di forza del petrolio porterà a inversione trend?

 | 15.01.2021 12:51

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Tra i settori che sono riusciti a performare in modo significativo, a partire da novembre 2020 degno di nota è quello energetico. Il 2020 è stato in generale un anno estremamente negativo per il comparto, colpito dalla crisi causata dal Covid-19 ma anche dal processo di transizione energetica che sta prendendo piede in tutte le parti del Mondo. Con riferimento al primo punto si deve ricordare come i titoli energetici siano legati a doppio filo con il prezzo del petrolio, che nella prima metà dell’anno ha subito una decisa flessione arrivando addirittura a quotare in territorio negativo. La motivazione è da ricercarsi in un duplice shock: la domanda era infatti penalizzata dallo stop allo spostamento di merci e persone causato dal lockdown, mentre l’offerta aveva registrato un eccesso con i punti di stoccaggio pieni.

La situazione è migliorata quando l’OPEC+ ha messo a punto nuovi tagli alla produzione e, più tardi, con l’arrivo dei vaccini anti-Covid che hanno fatto sperare ad un ritorno alla normalità in tempi brevi. Nelle scorse settimane poi, l’Arabia Saudita ha dichiarato di essere pronta a tagliare nuovamente l’offerta di un milione di barili al giorno, spingendo ancor più verso l’alto i prezzi dell’oro nero che ora sono riusciti a riassorbire la quasi totalità dei cali avvenuti tra fine febbraio e inizio marzo 2020. Guardando al nostro Paese, una società che ha beneficiato di questa congiuntura è stata ENI (MI:ENI). Dai minimi di ottobre a 5,726 euro, il titolo è riuscito a rialzare la testa in maniera decisa riuscendo ad archiviare una performance del 58,84%. La società inoltre è impegnata nella transizione energetica e alcuni dei suoi progetti potrebbero venir finanziati dal Recovery Plan.

Azioni ENI: l’analisi tecnica

Osservando le azioni ENI da un punto di vista grafico le quotazioni hanno fornito diversi segnali positivi dopo il riassorbimento avvenuto a ridosso del supporto orizzontale a 6,26 euro, espresso dai minimi del 16 marzo 2020. Dopo essere riusciti a violare la linea di tendenza ottenuta collegando i massimi dell’8 giugno e 22 luglio 2020, i prezzi hanno rotto l’ostacolo orizzontale a 7,90 euro per poi iniziare una fase laterale. Le quotazioni hanno poi festeggiato l’arrivo del nuovo anno effettuando il fondamentale breakout della trendline disegnata con i massimi del 2 aprile e 8 giugno 2020. Questa resistenza aveva costituito il principale baluardo del fronte ribassista e una sua violazione unita a quella del livello dinamico che unisce i massimi del 25 novembre e 9 dicembre 2020 potrebbe fornire la combinazione vincente per un nuovo allungo degli acquirenti. Se ciò dovesse accadere incrementerebbero le opportunità di assistere a un’inversione della tendenza in atto con obiettivo principale a 12,664 euro, dove verrebbe chiuso il gap down aperto dal 24 febbraio 2020. Viceversa si avrebbero segnali negativi nell’eventualità di una discesa al di sotto degli 8,65 euro prima e degli 8,12 euro poi.

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