Eni: analisi tecnica

 | 22.06.2017 10:41


Eni (MI:ENI) appare incapace di opporsi allo strapotere delle vendite che stanno colpendo il titolo da circa un mese (il 18 maggio scorso il titolo era a quota 15.03 euro).

L’azione resta sotto pressione e la soglia di sicurezza diventa quota 13.36 euro, con rischi di accelerazione ribassista alla sua rottura, in particolar modo in chiusura di seduta.

Se ciò dovesse accadere, sarà difficile evitare un ritorno dei prezzi a 13.24 e 13.12 euro in prima battuta. Il supporto fondamentale di breve/medio periodo è posizionato a 13.03 euro ed avrà il compito di impedire ai corsi di rivedere area 12.70 euro (il supporto fondamentale di medio/lungo termine è posizionato in area 12.45 euro).

Per assistere ad un reale miglioramento della situazione il titolo dovrebbe in primis riuscire ad attestarsi al di sopra di quota 14.60 euro, per poi puntare verso i 15.0 euro. Guardando più in alto, il confronto con la resistenza chiave a 15.19 euro sarà un importante banco di prova per saggiare il potenziale di crescita di medio/lungo termine. Oltre questo livello gli obiettivi sono ipotizzabili a 15,50 e 15,70 euro in prima battuta (2° target area 16,30 euro). Il titolo in 6 mesi ha ceduto l’11%, il 5% in 12 mesi, -32% in 3 anni,-15% in 5 anni e -2% in 10 (dal 2000 ad oggi +300%).

Dopo due anni di bassi investimenti e di sfiducia nell’industria del petrolio a livello globale, il gruppo si aspetta un lento aumento dei prezzi del petrolio fino a $70 al barile nel 2020. Nonostante ciò, si continuerà ad avere un approccio prudente, tenendo la CAPEX cash neutrality sotto i $45 al barile in media nei 4 anni di Piano. La flessibilità finanziaria garantirà la sostenibilità della politica di remunerazione in uno scenario di prezzi del petrolio bassi, e permetterà di cogliere le opportunità che si presenteranno se lo scenario economico migliorerà. Facendo leva sui suoi punti di forza, Eni sta realizzando un portafoglio ad alto valore, grazie al quale poter cogliere le opportunità che uno scenario positivo potrà offrire o sostenere la creazione di valore in caso di uno scenario negativo. Considerando il processo di trasformazione del Gruppo e gli obiettivi definiti nel Piano, Eni ha intenzione di confermare un dividendo per il 2017 di €0,8 per azione interamente pagato per cassa. La politica di distribuzione sarà progressiva, in linea con la crescita degli utili e con la variabilità dello scenario. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3% all’anno nel periodo 2017- 2020, e sarà realizzata principalmente attraverso il ramp-up e l’avvio di nuovi progetti e l’ottimizzazione della produzione, che daranno un contributo totale di circa 850mila barili di olio equivalente al giorno nel 2020. L’esplorazione rimane un fattore chiave per la crescita del valore della società. Nell’arco del periodo di Piano, Eni prevede nuove scoperte per 2-3 miliardi di barili di petrolio equivalente, quasi il doppio delle scoperte del Piano precedente, grazie alla perforazione di circa 120 pozzi in oltre 20 Paesi. Questo sarà possibile nonostante la riduzione del 10% del CAPEX dell’esplorazione. Grazie alla flessibilità del portafoglio di Eni, ai successi della strategia esplorativa corrente, alle sinergie con gli asset esistenti e alla rinegoziazione dei contratti, il break-even medio dei nuovi progetti è di circa $30 al barile.

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Medie mobili esponenziali:
il prezzo è collocato al di sotto di Ema20, quest’ultima è inferiore a Ema50; solo Ema20 è inferiore alla media mobile di periodo 200 (SMA). Secondo questa teoria non è ancora in atto l’orientamento più ribassista possibile.