Etf e fondi attivi: come costruire un portafoglio efficace con entrambi

 | 15.03.2022 08:22

Il grande dibattito fondi contro ETF, gestione attiva contro gestione passiva, ogni anno torna di attualità.

Da un lato, chi ritiene che gli ETF siano prodotti migliori perché più efficienti, dall’altro chi ritiene che in fondi siano migliori in quanto la gestione attiva riesce ad adattarsi meglio alle condizioni variabili di mercato.

Ma esiste una via di mezzo che possiamo prendere come modello per costruire un portafoglio?

Vediamolo insieme…

ETF: sono dei prodotti a gestione tipicamente passiva, replicano quindi un determinato indice (azionario, obbligazionario) e di conseguenza sono il modo più semplice ed economico per “comprare” l’intero mercato.

FONDI ATTIVI: sono al pari degli ETF dei panieri di titoli (anche qui azionari, obbligazionari, oppure un mix di entrambi) ma a gestione attiva, nel senso che ci sono una o più persone che fisicamente comprano e vendono titoli all’interno del fondo adattandolo (da qui il termine “attivo”) al mutare delle condizioni di mercato.

Come utilizzarli in portafoglio

Partiamo da una certezza statistica e matematica: il mercato è come il banco del casinò, alla fine vince sempre!

Se paragoniamo infatti le performance di un qualsiasi indice azionario ben diversificato (MSCI World, S&P 500, Nasdaq 100) vediamo come su orizzonti superiori ai 5 anni, faccia meglio dell’ 80% dei fondi attivi (vedi tabella sotto).

Questo sia per un problema intrinseco della gestione attiva (i costi) sia per il fatto che i vari gestori attivi, per attirare capitali verso i loro prodotti, sono più concentrati sul fare performance a breve (che significa guadagnare di più in tempi buoni o perdere meno in tempi cattivi). In questo modo i prodotti a lungo andare perdono competitività rispetto ad un normalissimo indice azionario che continua a cosi quasi nulla (e quindi replicabile con un ETF) a fare il suo lavoro.