Gli ETN non sono ETF: ecco cosa c’è da sapere

 | 13.08.2020 14:53

Dopo aver preso in esame una serie di ETF (Exchange-Traded Funds) che offrono esposizione a varie classi di asset, oggi ci concentreremo su un altro tipo di ETP: gli ETN (Exchange-Traded Notes).

Di seguito vedremo nel dettaglio come funzionano gli ETN e cosa offrono e parleremo di un ETN che vale la pena seguire:

Cos’è un ETN?

Un ETN è uno strumento di debito non garantito emesso da un istituto finanziario, di solito una banca. Dal momento che il valore di un ETN si basa sul rating del credito del sottoscrittore che lo emette, il prezzo probabilmente diminuirà se il credito del sottoscrittore dovesse scendere. 

La maggior parte degli investitori può anche sentirsi sicura del fatto che banche emittenti note in tutto il mondo come Barclays (NYSE:BCS), Morgan Stanley (NYSE:MS) ed UBS (NYSE:UBS)  saranno sempre in grado di ripagare i certificati, ma esistono di fatto rischi di default. Ad esempio, quando la crisi finanziaria del 2008 portò al collasso dei Lehman Brothers, gli investitori degli ETN all’epoca si ritrovarono con crediti non garantiti nelle procedure fallimentari della banca.

Come titoli azionari ed ETF, anche gli ETN sono scambiati sulle principali piazze. Gli ETN replicano un indice di strumenti finanziari, che può essere legato ad indici di vari asset, mercati emergenti, materie prime, volatilità, valute estere, una specifica industria o settore (come oleodotti e gasdotti, biotecnologie, prodotti di consumo o semiconduttori) o altri strumenti. Di conseguenza, i ritorni solitamente dipendono dalla performance di un mercato di riferimento o strategia, meno le tariffe.

Al contrario degli ETF, gli ETN non sono compagnie di investimento registrate, perciò gli investitori non possiedono di fatto un’azione del portafoglio sottostante di asset del fondo. Al contrario, possiedono un certificato simile ad un’obbligazione che indica il debito del sottoscrittore (ad esempio, l’istituto finanziario o la banca) nei confronti del possessore dell’ETN.

Come altri strumenti di debito, gli ETN hanno una data di scadenza, ma non sono pensati per essere tenuti fino alla scadenza. Gli ETN, inoltre, di solito non prevedono pagamenti di interesse come i bond.

Di conseguenza, i ritorni per gli investitori in genere arrivano dal trading degli ETN. I prezzi di mercato degli ETN oscillano come quelli dei titoli azionari o degli ETF. Gli emittenti degli ETN ne calcolano il valore usando una formula definita, piuttosto che usando il valore netto dell’asset come nel caso degli ETF.

L’emittente dell’ETN pubblica il valore alla fine di ogni giornata di trading, che rappresenta la cifra che sarà obbligato a pagare all’investitore. Tuttavia, i prezzi di mercato possono variare rispetto a questi valori che vengono pubblicati, nel caso in cui il fornitore dovesse avere dei problemi di credito. Dunque la discrepanza di prezzo è un’importante caratteristica di rischio degli ETN.

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Un’altra differenza tra ETN ed ETF sono i volumi di scambio, che tendono ad essere molto più inferiori per la maggior parte degli ETN rispetto agli ETF simili, perciò gli ETN comportano un rischio di liquidità maggiore.

Infine, negli USA, investire sugli ETN ha degli effetti fiscali diversi rispetto agli ETF. È necessario operare un’adeguata due diligence per prendere in considerazione le potenziali implicazioni fiscali, in considerazione delle specifiche circostanze di ognuno.

Nel corso di questa settimana, abbiamo parlato di come gli investitori possono ottenere esposizione alle materie prime usando gli ETF in due articoli. Per chi fosse interessato ad investire sulle materie prime usando gli ETN, eccone uno da prendere in considerazione:

iPath Bloomberg Commodity Index Total Return ETN

  • Prezzo attuale: 19,30 dollari
  • Range su 52 settimane: 15,61 - 23,16 dollari
  • Commissioni per gli investitori: 0,70% all’anno, o 70 dollari su un investimento di 10.000 dollari

L’iPath® Bloomberg Commodity Index Total Return ETN (NYSE:DJP), è emesso da Barclays Bank.

Il DJP offre esposizione al Bloomberg Commodity Index Total Return. I settori compresi, per peso, sono: energia (23,35%), cereali & semi oleosi (23,35%), metalli preziosi (22,45%), metalli industriali (18,70%), materie prime “soft” (7,16%) e bestiame (4,99%).

La componente maggiore dell’indice è l’oro (18,02%), seguito da rame (7,86%), gas naturale (7,65%), soia (6,09%) e granturco (5,99%).