EUR in rally dopo Draghi, l’AUD si rafforza

 | 07.03.2014 10:31

Oggi l’attenzione degli operatori è puntata sui dati sul lavoro USA, che saranno pubblicati nelle prossime ore. La debolezza del mercato occupazione USA dovrebbe persistere anche a febbraio, ma non siamo sicuri della reazione del mercato, sapendo che continuerà a scontare il tapering della Fed finché i dati sfavorevoli saranno imputati alle difficili condizioni climatiche che hanno interessato gli USA. Ieri l’indice DXY è sceso a 79,590, minimo dal 30 ottobre. Previsto un po’ di movimento sul prezzo dopo la pubblicazione dei dati NFP.

L’AUD consolida i guadagni ottenuti dopo l’annuncio della RBA. La coppia AUD/USD ha superato la zona di fornitura a 0,9080/0,9100 e ha raggiunto quota 0,9111, per poi scendere brevemente a 0,9069 dopo che Stevens (RBA) ha detto che l’AUD è ancora sopravvalutato a 90 centesimi. Il sentiment è nettamente rialzista, il prossimo livello chiave è la media mobile a 200 giorni (0,9168).

Nel Regno Unito, la BoE ha mantenuto invariati il tasso di politica al minimo storico dello 0,50% e l’obiettivo del programma di acquisto asset a 375 mld di GBP. La coppia GBP/USD ha acquisito slancio dopo la decisione, anche se continua a passare di mano nella banda compresa fra 1,6585 e 1,6775. L’inclinazione dovrebbe rimanere positiva in caso di chiusura giornaliera superiore a 1,6715.

Oltremanica, anche la BCE ha mantenuto i tassi invariati (tasso principale di rifinanziamento allo 0,25%, tasso sui depositi allo 0,00% e tasso marginale sui prestiti allo 0,75%); non sono state apportate modifiche al programma SMP. Durante la conferenza stampa, il presidente della BCE Draghi ha detto che l’impatto della sterilizzazione è minimo, vista la breve durata dei bond. Draghi è sembrato inaspettatamente ottimista, quindi molto meno accomodante del previsto. L’EUR/USD ha compiuto un rally fino a 1,3873 (appena sotto il massimo dell’anno a 1,3893). I fondamentali e gli indicatori tecnici lasciano presagire un ulteriore rialzo dell’EUR/USD. Sul lato discendente, ci sono solidi ordini d’acquisto per le opzioni sopra 1,3800, che si moltiplicano a 1,3850. C’è qualche offerta sotto 1,3893, sopra questo livello partono gli stop.

La coppia EUR/GBP è in rialzo, il momentum rialzista si sta rafforzando. La coppia testa al rialzo il massimo del canale di trend discendente fra luglio 2012 e marzo 2013 (oggi a 0,82900). Una violazione sopra questo livello farà passare la coppia EUR/GBP in territorio di consolidamento rialzista. A 0,82500 ci sono discreti ordini d’acquisto legati alle opzioni in scadenza oggi. L’EUR/JPY ha violato la resistenza precedente prima della media mobile a 50 giorni (140,84) e ha compiuto un rally fino a 143,01 (massimo del canale di trend rialzista di febbraio). L’inclinazione è nettamente positiva.

L’USD/JPY incontra resistenza sotto la media mobile a 50 giorni (attualmente a 103,08), e il trend rialzista sta acquisendo slancio. Vediamo una resistenza giornaliera in corrispondenza del massimo della nuvola giornaliera di Ichimoku (103,45), mentre le scommesse per le opzioni dovrebbero frenare il ribasso sopra quota 102,50 prima del fine-settimana. L’interesse a vendere entra in gioco sotto 102,20. Le cifre dagli USA saranno decisive per il trend infragiornaliero dell’USD/JPY nel pomeriggio.

Oggi gli operatori si concentrano sui dati sul lavoro negli USA. Gli Stati Uniti pubblicheranno le cifre riferite a: variazione nelle buste paga nei settori non-agricolo, privato e manifatturiero e il tasso di disoccupazione di febbraio. Altri dati economici: tasso di disoccupazione, riserve in valuta straniera, IPC m/m e a/a di febbraio in Svizzera; prezzi all’ingrosso e produzione industriale m/m e a/a di gennaio in Germania; saldo di bilancio anno corrente e bilancia commerciale di gennaio in Francia; saldo di bilancio di febbraio in Svezia; produzione industriale m/m e a/a di gennaio in Norvegia; IPP m/m e a/a di gennaio in Italia; bilancia commerciale e crediti al consumo di gennaio negli Stati Uniti; tasso di disoccupazione di febbraio, variazione nell’occupazione, tasso di partecipazione e scambi di merci internazionali di gennaio in Canada.

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