EUR richiesto dopo il taglio del rating russo

 | 27.01.2015 13:41

h2 Forex News and Events/h2

Discreti acquisti dagli operatori europei in avvio di seduta dopo che S&P ha rivisto al ribasso il rating del credito russo, tagliandolo a livello spazzatura. Anche se la decisione era parzialmente prevista, le nuove pressioni sul rublo rendono vigili gli operatori, in vista di un possibile intervento della banca centrale russa (CBR). In Svizzera, sono tornate a imporsi le speculazioni su un possibile intervento della BNS dopo che l’EUR/CHF ha raggiunto quota 1,03826, anche se finora non si percepiscono tensioni sul mercato monetario.

Rublo: di nuovo nel mercato orso

Ieri, dopo la chiusura dei mercati europei, l’agenzia S&P ha tagliato il rating del credito russo a spazzatura (da BBB- a BB+) con outlook negativo, perché la flessione dei prezzi del petrolio e le tensioni in Ucraina costituiscono una grave minaccia per la stabilità finanziaria e politica del paese. La decisione era in parte attesa, l’USD/RUB testa le offerte prima di 70, la parte anteriore della curva dei rendimenti dei titoli di stato è finita sotto pressione, in avvio di seduta il Micex è sceso a 1.614,92 punti, prima di un recupero progressivo. A questo punto, sembra difficile che le tensioni sul rublo diminuiscano, perché assistiamo a un’accelerazione del deflusso del denaro degli investitori istituzionali (investimenti diretti, di portafoglio, asset di riserva, asset fissi ma anche attività non finanziarie e non prodotte); nel quarto trimestre del 2014 i flussi in uscita sono ammontati a 72,9 miliardi. Le riserve in oro e valuta della Russia sono in calo e si avvicinano ormai ai minimi del 2009, il 16 gennaio equivalevano a 379,4 miliardi di dollari. Considerando la libera fluttuazione del RUB, le riserve in valuta sono sicuramente destinate a calare, il che dovrebbe indurre nel prossimo futuro la CBR a cercare alternative per frenare il deprezzamento della valuta. Gli interventi alternativi vanno da misure macro-prudenziali, come ulteriori restrizioni sull’operatività sul forex per le aziende, a interventi di politica monetaria, come l’aumento dei tassi d’interesse. La CBR s’incontrerà il 30 gennaio e dovrebbe mantenere il tasso bancario invariato al 17%. Ciò nonostante, viste le pressioni a vendere sul rublo, siamo pronti a interventi a sorpresa, azioni immediate non programmate dovrebbero spingere il RUB a livelli insostenibili, come abbiamo visto a metà dicembre.

L’USD/RUB testa le offerte a 70. Se le vendite acquisissero slancio sopra 70, prevediamo un intervento della CBR per frenare il deprezzamento. Gli interventi della CBR vengono pubblicati con un ritardo di due giorni.

EUR/CHF

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

L’improvvisa impennata dell’EUR/CHF ha alimentato le speculazioni sul ritorno dei vecchi trucchi della BNS. Solo qualche ora fa, in un’intervista con il quotidiano Tages-Anzeiger, Jean-Pierre Danthine, vice presidente del consiglio direttivo della Banca Nazionale Svizzera, ha dichiarato che la BNS è ancora pronta a intervenire sul mercato dei cambi. Sospettiamo che gli operatori vedano ancora le ombre della BNS e non ancora un intervento vero e proprio. All’apertura dei mercati europei, l’EUR/CHF si è impennato a 1,03826; a nostro avviso, questo movimento è stato generato dal recupero diffuso dell’EUR, dovuto soprattutto ai flussi speculativi nell’EUR dai paesi dell’Europa orientale in scia al declassamento a spazzatura del credito russo.

Sebbene la credibilità della BNS rispetto alla definizione della sua politica risulti appannata, la reputazione della banca centrale rispetto all’intervento aggressivo sul forex e sui tassi d’interesse rimane impareggiabile. La BNS può ancora contare su un forte “successo popolare”. Il mero accenno a un potenziale intervento impaurisce gli operatori. Detto questo, non vediamo tensioni sui mercati svizzeri che potrebbero suggerire che è in corso un intervento. I sospetti legati a un intervento della BNS sono generalmente facili da rilevare sui mercati monetari, ma stamattina la situazione è piuttosto tranquilla. Dopo essersi impennati a 101,320 il 23 gennaio (dopo l’annuncio del QE della BCE il 22 gennaio), oggi i future eurosvizzeri sono scesi a 100,79 (in linea con i tassi negativi della BNS), e ciò significa che al momento non s’intravedono tensioni legate a un intervento della BNS