Eur/Usd le quotazioni ritornano al di sopra 1,2400

 | 14.12.2014 17:16

Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribasissta dal 08.05.2014

“Si prospettava una settimana abbastanza tranquilla, ma non è stato cosi” ..... è la descrizione perfetta della settimana appena conclusa sui mercati finanziari. Teoricamente, la settimana appena conclusa, in virtù di un calendario economico con poche news di prima fascia, doveva essere abbastanza tranquilla, ma tirando le somme, non è stata affatto cosi. Le sedute sono state molto volatili, non solo a causa della preoccupazione che aleggia tra i mercati finanziari per l’incertezza politica in Grecia - il premier greco Antonis Samaras ha avvertito che se il Parlamento non riuscirà ad eleggere entro questo mese il presidente della Repubblica le conseguenze per il Paese potrebbero essere catastrofiche - ma anche perché in settimana abbiamo assistito ad una continua discesa del petrolio; il future sul WTI con scadenza gennaio ha chiuso oggi al NYMEX in ribasso del 3,6% a $57,81 al barile. Si tratta del più basso livello dal 15 maggio del 2009. Durante l'intera settimana il WTI ha perso il 12%. L'Agenzia Internazionale per l'Energia (abbr. AIE) ha tagliato, nel suo ultimo rapporto mensile, le stime sulla crescita della domanda globale di petrolio nel 2015. Allo stesso tempo l'organizzazione con sede a Parigi si attende che la produzione dei Paesi non-OPEC crescerà più di quanto previsto precedentemente. A pesare sulle quotazioni del petrolio è stato inoltre l'aumento dei timori legati allo stato di salute dell'economia della Cina, insieme agli USA il maggiore consumatore al mondo di energia. La produzione industriale cinese è cresciuta a novembre del 7,2%, dal +7,7% di ottobre Gli economisti avevano previsto una crescita del 7,5%. Inoltre, i mercati azionari stornano dai valori massimi (Wall Street) e si preparano ad affrontare l'imminente meeting di politica monetaria della Federal Reserve attendendo notizie più chiare in merito alla tempistica del rialzo tassi. Negli Stati Uniti, brillano ancora i dati relativi al mercato del lavoro e le vendite al dettaglio, che insieme alle festività del “Thanksgiving”, “Black Friday” hanno fornito il “quid” in più ai consumi delle famiglie per far risollevare l’economia a stelle e strisce. Sul fronte europeo la situazione non è per niente rosea: preoccupa la lettura dell’ultimo “Monthly Bulletin” emanato dalla Banca Centrale Europea nel quale sono state riviste al ribasso le stime per la crescita ed i consumi e a ciò si aggiungono le preoccupazioni per l'andamento del comparto energia che sta impattando negativamente sull’indice dei prezzi. Ma ciò che ha ulteriormente preoccupato in Europa è la grande delusione per l’ultimo meeting della Bce. Il governatore Mario Draghi, dopo aver deciso di mantenere lo “stus quo” dei tassi di riferimento, ha anche rinviato il lancio del tanto atteso programma di stimoli monetari “Quantitative Easing” al primo trimestre del 2015 allorquando gli esperti dell’istituto di Francoforte avranno valutato con maggior attenzione gli effetti del crollo dei prezzi petroliferi su inflazione e crescita. Anche la pubblicazione dei risultati relativi alla seconda tranche di TLTRO, sono stati un mezzo flop; in pratica gli oltre 300 istituti bancari hanno chiesto liquidita alla Bce per 129,8 miliardi di euro che se sommati ai primi 82 della scorsa tranche, portano ad un totale di 212 miliardi di euro, importo di gran lunga inferiore rispetto ai potenziali 400 miliardi messi a disposizione. Ricordiamo che saranno altre sei fino al 2016 le operazioni di TLTRO che vanno sommate agli acquisti di covered bond ed Abs, le quali hanno ancora importi piuttosto bassi. A questo punto, non resta che implementare un vero e proprio “Quantitative Easing” in salsa europea, simile a quello messo in atto da Federal Reserve o dalla Bank of England, il quale potrebbe essere la manovra di ultima istanza, soprattutto perché il mercato europeo è in grado di disporre i volumi necessari per ottenere la tanto sospirata espansione desiderata per far fronte all’avversa fase congiunturale. Ora passiamo all’espetto prettamente tecnico – grafico, della major più tradata in assoluto del mercato valutario, partendo da un intervallo temporale di più lungo raggio. Notiamo che sul weekly chart, siamo ritornati sul punto di partenza da dove eravamo partiti circa due settimane fa. Il tonfo che ha accompagnato le precedenti sedute di due settimane fa, spingendo le quotazioni al ribasso da un apertura a 1,2464 (con massimo settimanale a 1,2506) fino ad un minimo a 1,2270, è stato totalmente riassorbito dal movimento rialzista della settimana che si è appena conclusa, infatti si è partiti dal fondo a 1,2246 fino a fermarsi a 1,2454 (con massimo settimanale a 1,2494). Sempre dal weekly chart, anche le precedenti candele hanno avuto un andamento simile alle due candele che abbiamo analizzato sopra, ovvero riscontriamo un susseguirsi di candele rialziste e ribassiste; da tale andamento possiamo dedurre, che nelle ultime sedute dell’anno, la major in oggetto non ha un andamento lineare che segue un direzione ben precisa, ma in realtà siamo in una fase per lo più di congestione all’interno di un movimento principale che resta con una inclinazione ribassista. Ovviamente il livello da tenere sotto stretta osservazione è la resistenza a 1,2470, che rappresenta il confine di demarcazione tra la prosecuzione del movimento ribassista di fondo ed un possibile cambio di trend nel caso in cui la major nelle prossime sedute riesca a scavalcare il livello statico ed a portarsi al di sopra di essa. Ora analizziamo il daily chart; ed anche in questo intervallo temporale, la situazione è molto simile a quella individuata sul settimanale, in quanto anche qui siamo all’interno di movimenti sia rialzisti che ribassisti i quali delineano un fase flat posizionata all’interno di una fase ribassista di lungo respiro; situazione che si evince anche dalle informazioni fornite dalle due medie mobili esponenziali a 21 e 34 periodi che si mantengono inclinate averso il basso al di sopra delle “daily candle”. A questo punto cercheremo di entrare sempre in direzione dei due trend short sia primario che secondario prendendo come spunto, possibili segnali da price action in prossimità dell’area dove passa contemporaneamente la resistenza a 1,2470 ed le due Ema a 21 e 34 periodi.

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