Federal Reserve, il grande giorno

 | 04.05.2022 10:35

L’atteso giorno è finalmente arrivato, con i mercati che giudicheranno la capacità della Federal Reserve di contrastare la crescita inflazionistica, la più marcata dal 1982, senza tuttavia compromettere una crescita economica, già notevolmente “ammaccata” da eccessive preoccupazioni. La sfida per Jerome Powell, di trovare le giuste parole per convincere i mercati, durante la conferenza stampa, non sarà delle più semplici, anche alla luce del recente scivolone della crescita del Pil statunitense per il primo trimestre 2022. Mercati che, tuttavia, ormai già scontano un rialzo di 50 punti base (al 99,1% secondo i FedWatch), così come per il prossimo mese di 75 pb (con probabilità, sempre secondo i FedWatch al 99,1%). Un rialzo di mezzo punto percentuale in America non è così frequente, l’ultimo risale infatti al lontano 16 maggio del 2000, con l’allora tasso che passò dal 6% al 6,5%. La risposta dei mercati, nella singola seduta, fu positiva con lo S&P500 che chiuse al rialzo dello 0,94% e il Nasdaq 100 del 3,84%. In vista dell'incontro, si registrano vendite sui Treasury americani, e quindi rialzi dei rendimenti, con in particolare il benchmark a 10 anni i cui rendimenti, dopo la ritirata di ieri, sembra nuovamente voler tentare la rottura della soglia del 3%.

Mercati obbligazionari che anche in Europa tengono banco, con il decennale tedesco che ieri, per la prima volta da giugno del 2015, registra un rendimento del 1%. Le preoccupazioni inflazionistiche restano infatti alte, con la crescita dei prezzi alla produzione per l’eurozona che ieri ha aggiornato un nuovo massimo storico al 36,8%, dal 31,5% di febbraio.