FedEx Vs UPS: su quale dei due servizi di consegna è meglio puntare?

 | 09.12.2020 11:00

L’e-commerce ha visto un boom durante la pandemia e lo stesso vale per le aziende che effettuano le consegne ai milioni di clienti chiusi nelle loro case.

La richiesta di servizi di consegna è stata così forte in queste vacanze che United Parcel Service (NYSE:UPS) ha imposto dei limiti ad alcuni grandi marchi come Gap Inc (NYSE:GPS) e Nike (NYSE:NKE), secondo quanto riportato dal Wall Street Journal.

Questo cambio inaspettato nel modo di fare acquisti ha già dato un’enorme spinta ai rivali FedEx (NYSE:FDX) e UPS. Le loro azioni, dopo essere salite dai minimi di marzo, sono salite rispettivamente del 96% e del 43%.

Dunque, se volete aggiungere uno di questi player al vostro portafoglio, dovrete scegliere tra questi due competitor e le loro prospettive di crescita. Vediamo un po’ meglio in dettaglio.

FedEx: prepararsi in anticipo fa la differenza

La ristrutturazione di FedEx, pianificata prima della pandemia, ha fatto la differenza in questo nuovo contesto. Prima della diffusione del COVID-19 in tutto il globo, l’azienda era già passata al servizio di consegne 7 giorni su 7, aveva aumentato la capacità di volume per i colli, introdotto nuovi software di navigazione e aveva iniziato a spingere sulle consegne espresse nel segmento di costo inferiore.

Gli ultimi utili trimestrali hanno mostrato che l’azienda è ben preparata a sfruttare questa nuova situazione. A settembre, FedEx ha riportato il margine operativo del primo trimestre fiscale più elevato dal 2017.

Le entrate sono schizzate del 13% a 19,3 miliardi, un record trimestrale per l’azienda e gli utili per azione sono stati quasi il doppio rispetto a quanto previsto dagli analisti.

L’AD Fred Smith ha dichiarato:

“L’aumento delle entrate sottolinea l’importanza delle nostre iniziative e degli investimenti fatti negli ultimi anni”.

Prima della pandemia, FedEx faceva fatica a conquistare la fiducia degli investitori. Il problema principale che li scoraggiava era la difficoltà dell’azienda in Europa dopo la costosa acquisizione di TNT del 2015. Quell’accordo non era riuscito a sbloccare il valore che gli investitori speravano di vedere.

Le sfide dovute all’integrazione e al rallentamento dell’economia europea avevano fatto sollevare dei dubbi sull’acquisizione di TNT, e molti analisti si sono interrogati sull’assennatezza di una tale acquisizione.  Ma la crisi sanitaria globale ha cambiato le dinamiche ed ha dato alla gestione un’opportunità di rinnovamento.