Davide Biocchi | 11.12.2020 08:25
Da oltre 10 sedute il nostro indice Ftse Mib sta consolidando la vetta. Dopo aver realizzato nel mese di novembre una crescita mostruosa (e record), era inevitabile che si facesse “campo base”, per acclimatarsi su prezzi ai quali non eravamo più abituati da mesi.
Quando un listino si muove così in fretta, negli investitori si fanno strada sentimenti contrastanti, specie se molti dei titoli che compongono il paniere arrivano nei pressi di resistenze molto importanti e facilmente individuabili nei grafici e quindi alla “portata” di tutti.
E così, prima ancora che per motivazioni legate ad altri aspetti, è proprio per il sempre minore appeal grafico che si va perdendo quell’inerzia che aveva in gran parte contribuito al folle (nel senso della velocità con cui si è verificato) rialzo di novembre.
Il listino è attualmente impantanato in circa 600 punti… L’attesa per la BCE prima e poi per FED e scadenze tecniche potrebbe tenerlo imbrigliato ancora per altre sedute.
D’altronde, osservando i grafici dei singoli titoli che lo compongono, si può vedere che molti (ad es. Enel (MI:ENEI), Intesa (MI:ISP), Generali (MI:GASI), Eni (MI:ENI)) sono stati per ora respinti da forti resistenze, altri continuano a correre imperterriti, come Fiat (MI:FCHA), mentre alcuni sono davvero ritracciati pesantemente, come Stm (PA:STM) e Unicredit (MI:CRDI).
Questi movimenti sui singoli titoli però sull’indice si vedono poco, perché tra chi sale e chi scende in fondo c’è stato un certo equilibrio, che gli consente, come detto, di muoversi entro 600 punti circa di oscillazione. Che fare quindi:
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