Fope - Tiene nelle province e punta alle capitali

 | 10.03.2021 16:19

Dal distretto dell’oro vicentino, passando per i Caraibi e i luoghi più lussuosi del pianeta Fope (MI:FOPE) [FOPE.MI] progetta la ripartenza.
La società dei gioielli è confortata dai numeri del bilancio 2020 che, in un anno condizionato dalle restrizioni, non sono privi di aspetti positivi: “Nel 2020 eravamo partiti a razzo e, a metà marzo, avevamo una posizione commerciale molto buona”, racconta a Websim il ceo Diego Nardin, “ebbene, nonostante le chiusure, le nostre concessionarie hanno deciso di non rinunciare ai loro ordini. Lo abbiamo ritenuto una forma di apprezzamento per la qualità dei nostri gioielli e del nostro brand”. 

Le chiusure prolungate dei negozi e la penuria di turisti in alcuni luoghi simbolo, però, hanno portato gli esercenti a rallentare le vendite, questo ha scaricato i suoi effetti soprattutto nella prima parte dell’anno. I ricavi netti si sono quindi attestati a 26 milioni di euro, in calo del 25,7% rispetto ai 35 del 2019. L’ebitda, pur rimanendo positivo, si è contratto da 6,78 milioni a 3,95. Mentre l’utile netto del 2020 è stato di 1,65 milioni rispetto ai 4,85 dell’anno precedente. “A conti fatti è andata meglio di quello che credevamo”, analizza l’amministratore delegato, “noi siamo molto presenti nei luoghi turistici e nel 2020 sono state bloccate an-che navi e crociere, questo ci ha fatto perdere fino all’80% di fat-turato in posti chiave come i Caraibi. Lo stesso è accaduto nelle città d’arte come Venezia, dove abbiamo tenuto chiuso quasi tutto l’anno. Tuttavia, non considerando i luoghi a trazione turistica, la perdita di fatturato è stata solo dell’11%, segno di come le gioiellerie di provincia, che lavorano con clienti affezionati, ab-biano lavorato bene nonostante tutto”.

La società ha affermato che i dati di vendita dei primi due mesi del 2021 sono stati abbastanza positivi e in linea con le aspettative. Per i mesi a venire permane l'’incertezza poiché mercati mol-to importanti, come Germania, Inghilterra e America, sono ancora soggetti a restrizioni. Nonostante questo, l’azienda veneta non intende frenare i suoi investimenti: “Nel 2020 non abbiamo fer-mato le nostre iniziative programmate”, spiega ancora Nardin, “dovevamo aprire una boutique a Kuala Lumpur, in Malesia, e lo abbiamo fatto. Inoltre, abbiamo aperto 7 nuovi corner, con arredi personalizzati per i nostri concessionari migliori. Quest’ultimo è un bel progetto perché permette a chi va a comprare Fope di vive-re l’esperienza della nostra boutique di Venezia e, inoltre, conso-lida il rapporto tra noi e il concessionario”.

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Attualmente, Fope conta su un portafoglio di 600 concessionari che esprimono oltre 700 punti vendita in tutto il mondo. “Il 2020 ci ha insegnato quanto è importante coltivare una relazione forte con i nostri concessionari”, afferma Nardin, “noi facciamo business insieme a loro e al loro fianco organizziamo attività specifiche ed eventi nei negozi. Questo è un elemento di strategia degli ultimi anni che sicuramente confermeremo anche in futuro”. 

E per quest’anno l’azienda veneta conta di concentrare gli investimenti sui suoi mercati di sbocco principali, soprattutto sull’America dove nutre le aspettative di crescita più elevate. Ma ci sono anche un paio di progetti ben avviati per penetrare nuovi mercati: “Abbiamo lanciato un progetto di lavoro sul Giappone, che per noi è sostanzialmente un nuovo mercato. Inoltre, stiamo aprendo un nuovo spazio anche a Dubai, che inaugureremo entro la primavera e permetterà a Fope di qualificare ulteriormente la presenza negli Emirati Arabi”.