Forex , grandi operatori sotto inchiesta

 | 27.11.2013 10:36

La notizia non è certamente dell’ultima ora ma è di quelle che creano un grande trambusto e sulla quale voglio qui tornare in quanto, a mio giudizio, non se n’è affatto parlato abbastanza.

Il fenomeno sotto indagine, è’ stato definito dallo stesso Dipartimento di Giustizia americano come:” The Bandits Club” e, secondo quanto reso noto dalle Autorità Americane, che hanno avviato una inchiesta internazionale la quale partendo da Londra , passa da New York, Hong Kong, Francoforte, Parigi e Zurigo, sembrerebbe esteso a livello internazionale.

Sembrerebbe infatti che sia stato costituito un vero e proprio “cartello” di operatori istituzionali, che avrebbe operato in combutta tra loro ed illegalmente, per controllare e pilotare il mercato dei cambi sulle valute .

Gli artefici di quella che, se confermata, si rivelerebbe come una fra le più grandi truffe mai perpetrate a danno dei normali clienti bancari o di altre piattaforme di trading, sfruttando il basso livello di regolamentazione del Forex e utilizzando per la propria operatività piattaforme private di trading quali Autobahn di Deutsche Bank o Velocity di Citygroup, che costituiscono di fatto “canali privati preferenziali” all’interno del mercato elettronico delle valute, avrebbero portato a termine operazioni deliberatamente atte a manipolare artificiosamente il valore di cambio delle valute (Forex) , per il loro profitto.

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La notizia è dirompente anche perché andrebbe direttamente ad abbattere il mito secondo il quale il Forex sarebbe , per la sua stessa enorme portata economica, impossibile da manipolare, da parte di operatori privati.

Quanto affermato con precisione dalle autorità americane va esattamente in questa direzione: si accusa un gruppo di operatori finanziari di altissimo profilo ( fra i maggiori a livello mondiale) , di essersi costituiti in cartello al solo fine di manipolare il Forex; un mercato che, nella sua globalità, vale oltre 5 trilioni di dollari Usa al giorno .

Fra gli operatori di settore, che non fossero completamente ciechi, il sospetto era presente, in modo più o meno esplicito, da lungo tempo. Troppe le anomalie visibili sui grafici, troppe le differenze fra il “sentiment” generale e quanto avveniva sul mercato, troppi gli “spike” anomali.

Ora , con l’avvio ufficiale delle indagini , la conferma ai sospetti è ufficiale , si è infranto un vero e proprio tabù vigente fra la comunità degli operatori , sembra proprio che (anche) il Forex, nonostante le sue dimensioni, sia manipolabile e manipolato.

Fra gli indagati compaiono alcuni nomi delle maggiori banche fra i quali l’americana Citigroup, la tedesca Deutsche Bank, le anglosassoni Barclays e Royal Bank of Scotland, la svizzera Ubs.

L’inchiesta è nata come una diramazione di quella inerente lo scandalo Libor per il quale le stesse banche sono già state condannate a pesanti sanzioni economiche e le accuse avanzate ora dalle autorità in base agli elementi acquisiti, parlano di un accordo fra i traders di alcuni istituti bancari e/o grandi operatori di settore per “inondare” improvvisamente i mercati con ordini di acquisto o di vendita in determinati momenti concordati, tramite i quali ricavare enormi profitti per le banche,a scapito dei normali clienti.

Gli accordi fra i grandi traders, a quanto pare, venivano scambiati in chat (ora acquisite dagli inquirenti) dai nomi singolari ma significativi quali: “The Bandits Club”,(Il club dei banditi) “The dream team”(Il team dei sogni) o “The Cartel”(Il Cartello).

Le prove sarebbero costituite direttamente dai testi di alcune di queste chat , che i traders dipendenti di queste banche incautamente intrattenevano fra di loro, al fine di coordinare le loro operatività in danno degli altri partecipanti al mercato e degli stessi inconsapevoli clienti delle banche.

Diversi istituti , che sembra siano coinvolti, hanno temporaneamente sospeso l’attività lavorativa dei loro traders interni ed hanno inoltre dichiarato di aver fortemente limitato la loro possibilità di contatti esterni durante lo svolgimento dell’attività di trading.

Gli Istituti si sono dichiarati disponibili a collaborare con gli inquirenti , fra di essi compaiono, oltre a quelli già citati, i nomi di Bank of New York, Standard Chartered, Morgan Stanley, JP Morgan Chase , Goldman Sachs, e Credit Suisse .

Aspettiamo quindi ora il risultato delle indagini che potrebbero far deflagrare, vista l’entità delle operazioni , una vera e propria nuova bomba nell’ambiente finanziario.

Secondo Moody’s in un clima politico già sfavorevole verso gli istituti di credito dovuto ai precedenti scandali, se si incorresse in un altro scandalo di grandi proporzioni che portasse alla crisi di alcuni tra loro, si correrebbe il rischio di vederli andare in default, senza ricevere aiuti pubblici, da parte delle varie amministrazioni.

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