FTSE-MIB: 2 titoli Buy ed aggiornamento posizioni in essere

 | 12.11.2017 21:14

AGGIORNAMENTO POSIZIONI IN ESSERE.
Partendo dal presupposto che il nostro indice, al momento, ha il 70% di possibilità di oltrepassare la “soglia vitale” dei 24000-24500 e quindi gettare le basi per una più che ambiziosa cavalcata, in portafoglio non possono di conseguenza mancare i titoli del settore bancario che è l’unica arma con il cui fuoco si potrà abbattere tale ostacolo. Solo una discesa dell’indice sotto 21300 punti metterebbe a serio rischio il trend rialzista in atto (prima allerta sotto i 22000).

Su UNICREDIT (MI:CRDI) (Long da 17.80) ed UBI (MI:UBI) BANCA (Long da 4.12) avevamo aperto posizione tipo “cassettista” qualche settimana fa.

Dopo lo “spavento” di Mercoledì 8 Novembre che ha fatto traballare, e non poco, gli Stop Loss (minimo UCG a 15.98 e chiusura a 16.35 con SL a 16.15 – minimo UBI a 3.804 e chiusura a 3.862 con SL a 3.90 “bucato” ma non confermato –chiusura in recupero-) c’è stata una reazione che ha allontanato le quotazioni da un possibile cambio/inversione di trend.

In “aiuto” il Parlamento Europeo che si è espresso contro la decisione BCE in relazione agli NPL. Considerando che i fondamentali sono buoni (salvo ulteriori scontri e conseguente accelerazione smaltimento crediti deteriorati) i target rimangono confermati anche se “a protezione” di eventuali nuovi “scossoni” provvediamo ad una modifica: abbassiamo lo stop loss di UBI a 3.60 e quello di Unicredit a 15.35.

Mediaset SpA (MI:MS).

Long da 3.08. Anche in questo caso, ma Venerdì 10 Novembre, si è sfiorato lo SL (minimo 2.82 e chiusura a 2.846 con SL a 2.80). La situazione però merita un approfondimento sia sulle vicende di circa 1 anno fa e sia sui fondamentali; per questi ultimi seguirà focus nelle prossime settimane. Ma torniamo alle vicende e quindi a fine Dicembre 2016. Il giorno 12 Vivendi (PA:VIV) informò la Consob di aver oltrepassato la soglia del 3.00% delle azioni Mediaset (MI:MS). Nei giorni successivi partì la ”scalata” che ha portato l’azienda francese a detenere attualmente il 29.9% del capitale del biscione (per diritto di voto) con un esborso di circa 1,260 Mld. di euro per un totale azioni di circa 324,5 Ml. di pezzi. Sul fronte opposto, per difendersi, Fininvest acquistava circa 41,6 Ml. di azioni con un esborso di 150 Ml. di euro. A conti fatti, per entrambe il prezzo medio di acquisto sarebbe stato intorno a 3.60-3.70. E se oggi fosse il 31 Dicembre, con un prezzo di chiusura a 2.846 l’Azienda transalpina avrebbe una minusvalenza di circa 275 Ml. (oltre all’investimento). Domanda: ma perché Vincent Bolloré avrà fatto tutto ciò? Le risposte possono essere varie e quindi lascio ad ognuno la propria. A mio parere comunque i dati del terzo trimestre si possono considerare accettabili, ma quello che più conta è che il futuro dovrebbe almeno essere roseo (in base al piano industriale presentato). Pertanto target confermato ed anche in questo caso abbassiamo lo stop loss a 2.60.

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Per tutti i tre casi sopraccitati sarebbero da evitare interventi su eventuali ulteriori discese verso le nuove aree di chiusura posizione (al 70% dovrebbero tenere le “vecchie”, ma se così non fosse ci sarebbe un inizio di allerta).

Ma veniamo ai 2 BUY del nostro indice principale e per i quali invece eventuali discese verso le aree di stop loss rappresenterebbero una buona occasione per posizionarsi sui titoli.

Italgas SpA (MI:IG)

Dopo la separazione da Snam (MI:SRG) perfezionatasi a Novembre 2016 l’azienda guidata da Lorenzo Bini Smaghi (anche Presidente del Cda di Société Générale (PA:SOGN)) e Paolo Gallo è tornata ad essere quotata alla Borsa di Milano e, da un prezzo medio fatto registrare negli ultimi due mesi dello scorso anno di 3.47, ha guadagnato ad oggi un 48% circa. Tecnicamente è saldamente impostata al rialzo e la rottura dell’area 4.90 dovrebbe consentire un ulteriore allungo (supportato anche dai fondamentali). Pertanto il "consiglio" è Buy Multiday al prezzo attuale (5.15 circa) con unico Stop Loss a 4.85 e con target in area 5.70 (potenziale upside del 10% circa)