FXCM Morning adviser

 | 15.10.2012 09:07

Inflazione cinese in diminuzione: che reazione dal mercato? Si prospetta una giornata interessante quella che andremo a vivere sui mercati. Durante la notte abbiamo assistito ad interessanti aumenti di volatilità, che sono stati a favore del dollaro americano. Sappiamo che infatti, le correlazioni che vedono il dollaro acquistato come valuta rifugio (in quanto yen e franchi svizzeri incorporano già la maggior parte dei capitali che sono stati ivi parcheggiati dagli investitori nel corso degli ultimi anni) di fronte all’uscita dalle posizioni di rischio, nel momento in cui vengono pubblicati dati macroeconomici in grado di allineare il sentiment generale degli investitori, rimangono ancora valide, e questa notte abbiamo avuto l’ennesima prova di ciò. L’oro risulta essere senza dubbio il protagonista principale di questo movimento a ribasso, rimanendo legato positivamente al rischio nel momento in cui i dati macro lasciano spazio a futuro interventismo da parte delle autorità competenti. Cerchiamo di chiarire meglio il concetto. I dati a cui ci riferiamo sono quelli che arrivano dalla Cina, che ha vista l’inflazione diminuire nel corso di settembre, raggiungendo quota 1.9%, contro il precedente 2% (uguale alle attese degli analisti). Unitamente a ciò, i prezzi alla produzione industriale (indicatore di inflazione anch’esso, in quanto in base a quanto costa produrre alle aziende il prezzo ai consumatori finali cambierà) hanno visto un rallentamento del 3.6% (anno su anno), sempre per quanto riguarda settembre e sempre un dato peggiore rispetto al precedente e alle attese, che si attestavano a -3.5%. Tali pubblicazioni denotano che il rallentamento cinese sta producendo effetti reali sulla crescita, il che è in grado di far scaturire vendite di rischio. Questo quadro però, lascia spazio ai tanti chiacchierati ed attesi stimoli monetari da parte della People Bank of China, che potrebbe decidere di incrementare quei 4 trilioni di yuan (568 miliardi di dollari al tempo) stanziati a fine 2008, una misura che andrebbe oltre ai due tagli di tassi effettuati, alla diminuzione delle riserve bancarie, alla diminuzione delle tasse, alla maggior spesa sociale ed all’accelerazione dei processi decisionali per approvare investimenti. Questo il motivo per cui l’oro non è stato acquistato come bene rifugio, in quanto spiragli d’azione che potrebbero portare della tanto amata liquidità in circolazione risultano essere concerti.