Giro di boa: Su quali azioni puntare nel secondo semestre?

 | 05.07.2021 08:14

Il Ftsemib meglio del Nasdaq, proprio così. 

Il "Financial Times Stock Exchange Milano Indice di Borsa" ha chiuso i primi 6 mesi del 2021, in linea con il trend positivo iniziato nel 2020, con un progresso del 13,5% rispetto al Nasdaq che ha fatto l'12,5%. Durante questa performance ha recuperato e superato i massimi toccati a febbraio 2020, cioè prima dello scoppio del Covid-19.

In quell'occasione, che ormai sembra così lontana, arrivò ad un ribasso molto forte, fino crollare a 14.894 punti (marzo 2020) e la differenza tra
il massimo e il minimo nell’intero anno è stata pari al 71%, bruciando circa 46 miliardi di euro.

Ne è passata di acqua sotto i ponti, direte. 

Infatti lo scenario è mutato sensibilmente in questi mesi del 2021. Il mercato azionario italiano ha sovraperformato i principali indici nonostante ci sia la presenza dell'inflazione che incombe. Ma a quanto pare non è temuta, visto (per ora) lo spread tra Btp-Bund in calo, il rendimento del 10y italiano a 0,83% e il Bond 10y Usa a +1,48%. Ovviamente il Nasdaq non ha fatto "tanto peggio", anzi! Ha toccato nuovi massimi da record (14598 dollari) grazie alle performance dei titoli growth legati alla tecnologia come Tesla (NASDAQ:TSLA), Facebook (NASDAQ:FB), Amazon (NASDAQ:AMZN), Apple (NASDAQ:AAPL) che sono salite del 8% - 10% solo nell'ultimo mese.

Nel mio articolo precedente sul Ftsemib ricordavo che negli ultimi 12 anni l'indice si era mosso seguendo un percorso laterale delimitato dai minimi del 2009 e del 2012 in area 12300 euro e dai massimi dell'ottobre 2009 a circa 24558 punti, resistenza messa alla prova a maggio 2018 e a febbraio 2020. L'evento positivo è accaduto a maggio 2021 con un breakout rialzista, che ha portato il prezzo a 25885 punti per poi ritracciare verso il massimo del 2020, uscendo così dalla lateralizzazione.

Mentre il Nasdaq nell'ultimo anno ha avuto un rialzo del 41% continuando il suo trend rialzista, sebbene ci sia nell'aria la paura che la Fed ritiri troppo in fretta e presto gli stimoli e che l'annuncio del "riuscito" stress test per le banche non sia così "affidabile".


Quindi l’Italia è tornata ad essere "ambita"? Ovviamente siamo realisti! Ma è giusto riconoscere le potenzialità dell'azionario italiano che in questo momento storico è uno dei migliori in Europa, grazie anche al Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), al Next Generation Eu con cui riceverà 191,5 miliardi entro il 2026, all'inflazione sotto le attese cioè +0,1% nel mese di giugno e +1,3% annuo e alla migliorata prospettiva (+5%) del Prodotto interno lordo per l'anno corrente anche se a stonare è l'indebitamento delle amministrazioni pubbliche, causa Covid, che incidono sul PIL (-9,6%).

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Nulla togliere all'indice Usa che ha riportato la sua migliore settimana, dallo scorso aprile (+17%), facendo un nuovo massimo nel mese di giugno. Settimana scorsa invece, restando sempre sul suolo americano, i dati sul mercato del lavoro privato sono stati sopra le attese, 690 mila nuovi posti creati mentre le "non-farm payrolls" hanno segnato un incremento (sembrerebbe positivo) rispetto alle stime (850 mila unità, al di sopra delle previsioni di Investing.com di 700K). Qui a "stonare" è il tasso di disoccupazione salito al 5,9% e il Presidente della Fed di Dallas che ha dichiarato, a differenza del collega di Atlanta, che il tapering dovrebbe iniziare prima invece che troppo tardi.