Gli operatori di Borsa sono stoici o epicurei. Un focus su alcune materie prime...

 | 03.03.2020 16:55

Nel ringraziare tutti i 12.861 lettori del mio precedente articolo, non mi esìmo nel manifestare esplicitamente la mia gratitudine, mista a gioia, entusiasmo e soprattutto la consapevolezza nel dover costantemente concentrare il mio orizzonte all’idea di poter offrire sempre di più un valido contributo agli approfondimenti, alle opinioni, alle analisi ed agli spunti di riflessione proposti. Migliorandomi. Prendendo certamente spunto dai complimenti che mi onorano davvero e dalle bellissime parole che uno dei più importanti operatori di borsa che abbiamo in Italia mi ha scritto proprio oggi, in risposta ad una mia mail. Grazie infinite sig. G.....

A volte capita di scrivere e di essere per brevi tratti colpiti da alcuni interrogativi. Questa cosa la dico o non la dico, tale cosa la faccio o evito di farla. La scrivo o non la scrivo. Credo che capiti alla maggior parte di noi. Soprattutto davanti ai monitor, prima di prendere posizioni, ad esempio. Nel dubbio, si studia, si osserva, si approfondisce, attenzionando le news ed i dati macro, senza perdersi i più importanti market mover, osservando con concentrazione alta i report.

Insomma, è una professione complessa ma allo stesso tempo fonte di grande crescita personale, direi anche interiore, poiché ti spinge inesorabilmente a conoscere te stesso e la bellezza delle nobili tensioni che si sviluppano nell’effettuare delle scelte, prendere delle decisioni che ti portano a conseguenze non sono certo visibili su una sfera di cristallo. Lasciandoti appunto anche nel dubbio…

Il grande Luciano De Crescenzo sosteneva che il bene è il dubbio, cioè sta nel dubbio, e quando si incontra una persona che ha dubbi, vuol dire che quella è una brava persona.

Tuttavia, non ho ancora capito se sono stoico oppure epicureo. Se noi operatori operatori di borsa siamo o dobbiamo essere stoici o epicurei...

Fatta questa lunga premessa e complimentandomi con chi ha avuto il coraggio, l’audacia, la brillantezza e direi, la genialità nell’utilizzare il ricordo del bellissimo film di Luciano De Crescenzo per uno spot relativo ad un importante appuntamento, volto ad approfondire ed accrescere la propria cultura finanziaria, concentro la mia attenzione su alcune materie prime che nelle ultime settimane ho monitorato.

In attesa del vertice di Vienna, con i desiderata espressi da più fronti, miranti l’obiettivo di stabilizzare il mercato del petrolio, aumentando i tagli della produzione, i prezzi del WTI tirano un momentaneo sospiro di sollievo, proiettandosi, al momento della scrittura del mio articolo, sugli attuali 47,20 dopo i 48,38 dollari al barile, evidenziando una importante forza in rialzo dovuta anche alle propositività manifestate dalle banche centrali. Lo stesso Donald Trump ha colto l’occasione per tuonare nuovamente sulla Federal Reserve twittando la necessità e l’urgenza di tagliare in modo significativo i tassi. Nel frattempo la Reserve Bank of Australia ha dato il via al ridimensionamento dei tassi, procedendo con una sforbiciata di 25 basis point.

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Nei giorni precedenti, la prima area di supporto individuata intorno ai 49,52 dollari è stata rotta prepotentemente spingendo la quotazione fino al prezzo dei 42,31 dollari al barile, minimi testati già nel mese di dicembre del 2018 ed anche nel 2016 nel mese di settembre. Questo rappresenta un supporto importante anche perché non bisogna dimenticare che sotto i 40 dollari, soprattutto per gli americani, comincia a diventare assolutamente non conveniente, in quanto il prezzo di produzione al barile è sostanzialmente il medesimo. Mantenere le quotazioni sopra i 50 dollari è naturalmente l’obiettivo non solo degli americani ma degli stessi sauditi.