Greggio alla deriva in range stretto; l’oro aspetta un altro taglio della Fed

 | 07.10.2019 15:58

La buona notizia per i tori del greggio è che ci sono buone probabilità che il mercato si riprenda ogni volta che si avvicina al supporto di 50 dollari al barile.

La brutta notizia è che non ci sono eventi nell’immediato futuro che possano spingere il mercato a proseguire in salita dopo queste riprese. Il prossimo vertice dell’OPEC, quando l’Arabia Saudita ed il suo alleato, la Russia, avranno la possibilità di cercare di spingere il mercato ad una nuova serie di tagli o prezzi più alti, non avverrà prima di dicembre.

Produzione abbondante, dati deludenti

E, a meno che non si verifichi un altro shock per le forniture della portata dell’attacco di settembre contro gli impianti petroliferi sauditi, ci sono pochi motivi di temere una carenza di greggio. Al contrario, il mondo sta praticamente annegando nel petrolio, se si crede ad alcuni pessimisti dei mercati, un’ipotesi che supporta prezzi più bassi e non più alti.

E poi c’è la crescente paura di una recessione statunitense, rafforzata dai dati deludenti della scorsa settimana sul settore manifatturiero e dei servizi dell’Institute of Supply Management.

Come se non fosse abbastanza, persiste l’apprensione per un rallentamento globale, scatenata dall’idea che qualsiasi tentativo USA-Cina di arrivare ad un accordo commerciale possa essere condannato al fallimento. Con i negoziati tra le parti che riprenderanno a Washington questa settimana, la notizia che la Cina potrebbe stare inasprendo la sua posizione cozza con le parole incoraggianti di venerdì del Presidente USA Donald Trump e del consulente economico della Casa Bianca Larry Kudlow (già sentite).

L’Arabia Saudita produce come prima ma la domanda rallenta

Dominick Chirichella, direttore del rischio e del trading dell’Energy Management Institute di New York, riassume così la situazione:

“Il rapido ritorno ad una produzione completa in Arabia Saudita ha spostato nuovamente l’attenzione degli operatori dei mercati alla possibilità di un rallentamento dell’economia globale e, di conseguenza, di un rallentamento della crescita della domanda di greggio globale”.