Greggio e oro: attese indicazioni da Trump sul commercio e testimonianza di Powell

 | 11.11.2019 15:29

Da 16 mesi lo spettacolo della guerra commerciale va in scena davanti ad un nutrito pubblico, da Washington a New York e da Pechino a Londra.

Con delle vicende secondarie quasi giornaliere, il dramma sembra avere una capacità infinita di espansione e di durata, dal momento che nessuno dei due protagonisti, che ne scrivono anche il copione, vuole sembrare affrettato nel raggiungere una conclusione. In effetti, a volte per loro sembra essere più importante la recitazione piuttosto che il raggiungimento di una risoluzione significativa della storia.

Il pubblico, intanto, resta incollato alla poltrona non perché ne sia entusiasta ma perché fuori dal teatro non sta succedendo nulla di che al momento. Potrebbero andarsene in un batter d’occhio ma non lo faranno. Perciò restano lì, come prigionieri consenzienti, permettendo allo spettacolo di andare avanti in eterno.

Se il Presidente USA Donald Trump e la sua controparte cinese Xi Jinping sono amareggiati nel vedere i loro sforzi nella recitazione per il paese e la gente essere banalizzati in simili cliché, allora dovrebbero sapere che i trader ed i mercati tenuti in ostaggio dalle loro azioni sono altrettanto sofferenti per via dei loro colpi di scena giornalieri sullo scontro commerciale e per la conseguente incertezza.

La volatilità pesa sui trader direzionali

La volatilità giornaliera potrebbe essere straordinaria per qualcuno, ma non per tutti, specialmente per quelli che fanno affidamento sulla direzione. Mentre ci apprestiamo a cominciare un’altra settimana in cui l’indice S&P 500 potrebbe schizzare a massimi storici nelle congetture di quanto saranno grandiose le trattative, lo stanco mormorio da parte di un’ampia sezione trasversale dei mercati, compresi quelli delle materie prime, sembra essere: “ci sarà un accordo commerciale o no?”.