Kathy Lien | 21.05.2019 09:14
Rassegna giornaliera sul mercato forex, 20 maggio 2019
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
Prendete nota sul calendario. Anche questa settimana potrebbe essere piuttosto movimentata per le valute. Come nelle ultime settimane, i dati economici passeranno un po’ in secondo piano e saranno le notizie a dettare l’andamento del rischio. Le relazioni tra Cina e USA resteranno al centro dell’attenzione, ma ci sarà grande attesa anche per le decisioni di diverse banche centrali. Si attendono le dichiarazioni delle banche centrali di USA, Regno Unito, zona euro e Australia – tutte faranno delle dichiarazioni sull’economia o sulla politica monetaria.
10 eventi chiave da seguire (in ordine cronologico)
In questa lista non ci sono i verbali della BCE ed il report sull’IPC del Regno Unito. Le dichiarazioni di Draghi potrebbero avere un impatto maggiore sui mercati rispetto ai verbali, che molto probabilmente rifletteranno le sue visioni. La stessa cosa è possibile per l’IPC in quanto Carney fornirà dei dettagli in merito nelle previsioni di inflazione.
Il cambio EUR/USD, che ultimamente è sceso molto lentamentente, potrebbe muoversi bruscamente. Prima di tutto perché gli investitori attenderanno le dichiarazioni di Draghi alla ricerca di indicazioni sulla prossima operazione di rifinanziamento a lungo termine e sulla possibilità che ci sia un maggiore stimolo. Inoltre, i dati PMI forniranno delle indicazioni sull’andamento della zona euro e infine, ci sarà il risultato delle elezioni europee che inizieranno giovedì e andranno avanti tutto il fine settimana. Si eleggerà il Parlamento europeo in tutti e 28 gli stati membri. I risultati si sapranno entro domenica e correranno partiti pro e anti UE. Ora ci si chiede quale sia il livello del supporto populista. Se i partiti populisti dovessero guadagnarsi una quota di rappresentanza maggiore, nei prossimi 5 anni potrebbero esserci delle serie ripercussioni sui progressi.
Ma il populismo potrebbe non essere una cosa negativa per una valuta. Prendiamo ad esempio l’Australia. La vittoria di questo fine settimana alle elezioni del Primo Ministro Morrison è stata una grande sorpresa, per mesi i sondaggi lo avevano dato per vinto. E invece il populismo sta crescendo, non solo negli USA, ma in altre parti del mondo. Il dollaro australiano è salito e ha chiuso la giornata in salita contro le principali valute. Sebbene questa vittoria non cancelli nessuno dei rischi a breve termine per il paese, gli investitori hanno visto la conferma di Morrison come un fattore positivo e non negativo per la valuta. Detto ciò, il Governatore della RBA Lowe potrebbe parlare di taglio dei tassi, il che potrebbe far scendere nuovamente il cambio AUD/USD.
Gli investitori attenderanno il discorso del Presidente della Fed Powell e cercheranno di capire se l’escalation delle tensioni commerciali ed il sell-off delle borse abbia scalfito la positività delle previsioni economiche. Dopo essersi staccato da 109 la scorsa settimana, il cambio USD/JPY si sta stabilizzando vicino a 110. Se Powell continuerà a credere che il rallentamento sia un fattore temporaneo e che la crescita sia destinata a risalire nei prossimi mesi, il cambio USD/JPY potrebbe superare il livello di resistenza a 110,50 e avviarsi verso quota 112. Se invece dovesse riconoscere il rischio ed assumere un tono più cauto, potremmo vedere il cambio USD/JPY scendere nuovamente a 109. Per quanto riguarda gli altri eventi, ne parleremo nel corso della settimana.
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