I dati deludenti di Eurolandia, portano ulteriori vendite sull'euro

 | 02.09.2014 09:00

Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribassista dal 08.05.2014

La situazione sia politica che economica nei paesi del continente europeo rimane molto incerta. Ieri sono stati pubblicati i dati definitivi dei PMI del mese di agosto che hanno ulteriormente contribuito a peggiorare la situazione; quelli della Francia e dell’Italia sono riscesi sotto i 50 punti, in zona di contrazione. Ma a preoccupare di più gli investitori, sono stati i dati provenienti dalla Germania, il motore portante del carrozzone Europa, oramai anch’essa nella fase embrionale di una recessione; come previsto il PIL tedesco si è contratto dello 0,2% nel secondo trimestre, la crescita su base annua è rimasta stabile allo 0,8% (dato non destagionalizzato). C’è stato un rallentamento nei consumi privati e nella spesa pubblica, gli investimenti di capitale sono calati del 2,3% (rispetto al -1,3% previsto e al 2,3% del trimestre precedente). La domanda interna è cresciuta di un esiguo 0,1%, le importazioni hanno subito un rallentamento, passando dal 2,2% all’1,6%, le esportazioni sono aumentate inaspettatamente dello 0,9% (rispetto allo 0,2% previsto e precedente). In definitiva, la settimana si è aperta con una scarsa propensione al rischio per l’euro. Ieri pomeriggio, il presidente francese Hollande ha incontrato il presidente della Bce, Mario Draghi a Parigi, per mettere appunto alcuni interventi che la banca centrale europea dovrà effettuare nel mese di settembre, i quali saranno messi a conoscenza dell’opinione pubblica nella prossima riunione prevista a Francoforte giovedì prossimo 4 c.m. Alla luce della forte flessione nelle previsioni di mercato sull’inflazione a lungo termine, Draghi dovrebbe adottare toni più accomodanti durante la consueta conferenza stampa. Dal punto di vista valutario, se andiamo ad analizzare l’indice del dollaro, più noto come Dollar Index, il uale rappresenta l’andamento del biglietto verde nei confronti di un paniere di valute, notiamo che è aumentato la corsa all’acquisto del dollaro americano, infatti l’indice ha toccato livelli, in area 82,8 punti, che non venivano raggiunti dal luglio del 2013. La stessa situazione, possiamo riscontrarla dalla lettura degli ultimi dati del Commodity Futures Trading Commission (CFTC), secondo cui gli investitori stanno puntando u un apprezzamento del dollaro, con le posizioni speculative lunghe sono ai massimi da due anni per il green back. Tale situazione si può notare anche sul daily chart della major EUR/USD, dove ogni giorno c’è un continuo aggiornamento dei minimi, al momento siamo a soli 20 punti dalla livello psicologico di 1,3100, ciò implica che molto probabilmente gli investitori inizieranno a puntare il floor 1,3000 in vista della riunione della Bce del prossimo giovedì e dei non farm payrolls di venerdì prossimo. La coppia resta inserito all’interno di un forte trend ribassista, molto probabilmente una volta raggiunto il livello psicologico di 1,3100 è possibile assistere ad un rimbalzo di natura tecnica anche perché resta ancora da chiudere in parte il gap della scorsa settimana; la reazione da parte dei compratori potrebbe iniziare proprio nella giornata odierna. Da un punto di vista operativo, la direzione da seguire resta solo ed esclusivamente ribassista, ovviamente prima di entrare nella stessa scia del trend sia principale che secondario è opportuno attendere la mini fase di correzione con la formazione di un nuovo punto di swing high dove cercare un segnale short per entrare a mercato; l’area ottimale per entrare in vendita sulla coppia potrebbe essere 1,3220 – 1,3240.

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