I dati migliori sull’immobiliare USA alimentano il rally dell’USD

 | 20.08.2014 12:05

h2 Forex News and Events

Riservando un colpo di scena interessante, questa settimana i dati USA sul mercato immobiliare hanno sorpreso al rialzo. La forza dell’indice NAHB sul mercato immobiliare ha generato rapidamente forti acquisti di USD. Il dato sui nuovi cantieri residenziali pubblicato ieri, attestatosi a 1.093K rispetto alle 965K unità previste, ha innescato il rally dell’USD cui stiamo assistendo oggi. Quelli che di solito sono due rilevamenti economici ignorati sembrano aver generato una volatilità consistente sul forex. La ragione di questa nuova accelerazione, seguita a una breve pausa, sta nel fatto che la presidente della Fed Yellen aveva motivato la sua impostazione accomodante nella debolezza del mercato immobiliare. Nel suo rapporto semestrale sulla politica monetaria del 15 luglio, Yellen aveva avvertito che una ripresa debole del mercato immobiliare americano rappresentava un rischio per l’economia in senso più ampio. Nel testo del suo discorso, Yellen aveva avvertito che “il settore immobiliare, tuttavia, ha mostrato pochi progressi di recente. Anche se il settore si è ripreso notevolmente dalla flessione precedente, l’attività nel settore si è stabilizzata dopo l’aumento dei tassi sui mutui dell’anno scorso e i rilevamenti di quest’anno hanno continuato, nel complesso, a deludere.” L’obiettivo di Yellen di mantenere i tassi bassi dipende sempre di più dall’interpretazione della “fiacchezza” del mercato occupazionale. Se l’attività del settore immobiliare dovesse continuare ad accelerare, sarà difficile giustificare razionalmente la politica monetaria ultra-accomodante della Fed. Rimaniamo positivi rispetto alla ripresa del settore immobiliare negli USA (trend al rialzo nei permessi di costruzioni, nelle vendite di nuove abitazioni, miglioramento della fiducia dei costruttori e del numero di vendite di case in corso) e sospettiamo che la Fed (certi membri) stia sopravvalutando l’effetto di una crescita positiva delle retribuzioni sull’inflazione. Appena il mercato del lavoro tirato inizierà a rimettersi al passo, secondo noi la crescita delle retribuzioni aumenterà rapidamente, prendendo molto probabilmente la Fed in castagna. Gli investitori l’hanno già capito e stanno reagendo attivamente ai dati pubblicati negli USA.

Favoriti i corti sullo JPY

L’USD/JPY ora si sta avvicinando alla resistenza chiave a 103,10. Il calo del premio di rischio geopolitico, dimostrato dall’aumento dei rendimenti dei bond (i rendimenti dei decennali USA si sono ripresi dai minimi al 2,30% di venerdì), e la ripresa dei mercati azionari dovrebbero dare all’USD/JPY la spinta necessaria per superare questa barriera. Inoltre, l’economia giapponese sta facendo fatica a livello interno, come si evince dal crollo inquietante del PIL, in calo del -6,8%. Poiché le previsioni d’inflazione sono inclinate al ribasso, il primo ministro Abe spingerà probabilmente la BoJ a intervenire con un nuovo allentamento quantitativo e qualitativo (anche se il ministro dell’Economia Akira Amari si è rifiutato di ammettere questa possibilità) e con un terzo pacchetto di stimoli per l’economia. E, infine, le modifiche nel consiglio del fondo pubblico d’investimenti per le pensioni (GPIF) da 1,26 mila miliardi di USD dovrebbero permettere una nuova allocazione degli investimenti, da bond del governo giapponese a basso rendimento verso asset più rischiosi, fra cui gli investimenti stranieri. Le riforme potrebbero avere un effetto rilevante sui flussi d’investimenti in uscita, indebolendo ulteriormente lo yen.

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Verbali della BoE

Oggi gli operatori analizzeranno i verbali della riunione della BoE, visti i commenti spesso confusi dei membri della BoE nelle ultime settimane. Durante la conferenza stampa, il governatore della BoE Carney è sembrato decisamente accomodante e tranquillo rispetto alle prospettive d’inflazione. L’IPC di ieri, inferiore alle attese (IPC a/a: 1,6%; IPC core: 1,8%) suggerisce che la sua sicurezza non fosse fuori luogo. Anche se la banca riconosce una certa fiacchezza nell’economia, le cifre del rapporto sull’inflazione di agosto sono state riviste al rialzo, come pure la crescita nel medio termine, mentre il tasso di disoccupazione è stato rivisto al ribasso. Ci stiamo lentamente allontanando da un rialzo a novembre. I fattori contingenti, come l’aumento del tasso di partecipazione e il divieto russo alle importazioni di generi alimentari dall’UE, dovrebbero esercitare pressioni al ribasso sull’inflazione e quindi dare al prudente Carney un po’ di tempo in più.