I fattori tecnici indicano che il dollaro è diretto in basso

 | 02.01.2019 16:01

Le valute riserva di solito ottengono tale status grazie alla loro stabilità e reputazione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, con gli Stati Uniti relativamente incolumi per via della distanza dall’Europa ed al fatto di aver partecipato in ritardo al conflitto, l’economia statunitense si è rivelata essere l’unica stabile a livello globale. Inoltre, il suo status di potenza economica mondiale era riconosciuto. E poi, la valuta USA era l’unica appoggiata dall’oro.

Di conseguenza, le nazioni hanno cominciato ad ancorare le proprie valute al dollaro, scatenandone la diffusione come principale valuta di riserva globale e l’ampio uso come strumento per una serie di transazioni finanziarie. Oggi, anche le materie prime sono generalmente valutate in dollari.

Ovviamente, ciò dona agli Stati Uniti un vantaggio straordinario (anche se la moneta non è più appoggiata dall’oro). La posizione globale del dollaro sta inoltre spingendo una serie di paesi, alcuni dei quali in contrasto con gli USA per motivi geopolitici, a cercare dei modi per ridurre la propria dipendenza dal dollaro, tentando al contempo di elevarsi ad uno status simile. Russia e Cina in particolare stanno lavorando molto da questo punto di vista.

Al momento, le dinamiche del dollaro tendono ad oscillare tra lo status di rischio e di valuta rifugio. Se il movimento per scardinare il dollaro dalla sua posizione di riserva e di ancoraggio come base per le materie prime dovesse avere successo, ciò farebbe diminuire anche il suo status di rifugio.

Ma si tratta di una preoccupazione più a lungo termine. A breve termine, sembra che il dollaro sia diretto in basso.