I listini europei chiudono l’ottava in rosso.

 | 31.05.2015 16:51

Quadro macro economico

Chiusura di ottava all’insegna della prudenza per le borse europee. A Londra il Ftse100 ha terminato in rosso dello 0,8% mentre lo spagnolo Ibex è sceso dell’1,45%. Perdite più consistenti per Dax e Cac40 che hanno rispettivamente perso il 2,26 e il 2,53 per cento. Le perdite dei listini europei sono stata influenzate dal debole andamento di Wall Street, complice la contrazione del Pil Usa del primo trimestre che nella seconda lettura ha mostrato un calo dello 0,7% (+0,2% la prima indicazione). Le cause principali del rallentamento sono da ricercare nelle avverse condizioni meteo dell'inverno scorso e nel rafforzamento del dollaro. Negli ultimi tre mesi del 2014 il Pil Usa era cresciuto del 2,2%. Sullo sfondo permane l'incertezza sulla Grecia in scia al continuo tira e molla tra Atene e i creditori internazionali, che non sono ancora riusciti a trovare un accordo per sbloccare gli aiuti. Da segnalare un dato preoccupante: ad aprile i depositi presso le banche greche sono scesi da 145 miliardi di euro a 139,4 miliardi, il livello più basso degli ultimi dieci anni.

Anche Piazza Affari ha chiuso in ribasso cedendo l’1,04%. Contrastato il comparto bancario: Popolare dell’Emilia Romagna ha guadagnato l’1,54%, mentre Popolare di Milano è avanzata dello 0,15%. Le vendite hanno invece prevalso su Banco Popolare (-0,90%), Intesa SanPaolo (-2,08%) e Ubi Banca (-1,45%). Fiammata dei diritti di Mps (+4,58%) dopo che mercoledì avevano toccato un minimo sotto quota 5,25 euro. Telecom Italia ha perso l’1,93% dopo che Vivendi (PARIS:VIV) ha finalizzato la cessione della brasiliana Gvt a Telefonica (MADRID:TEF) per un valore di 7,5 miliardi di euro. Nelle prossime settimane Vivendi diventerà il primo azionista di Telecom Italia con una quota pari all’8,3%. Autogrill (-0,17%) sotto i riflettori in scia alle dichiarazioni di Gilberto Benetton, che ha gettato acqua sul fuoco sui recenti rumors che indicavano uno spin-off delle attività americane.

L’ultima seduta della settimana apre con un bel pò di market movers provenienti dal pese del Sol Levante. Iniziamo la nostra analisi dal dato relativo all’inflazione che ha subito nel mese di aprile un rallentamento. I prezzi al consumo "core", che escludono i prezzi degli alimentari freschi ma includono i costi per l'energia, sono aumentati dello 0,3%, dal 2,2% di marzo. Gli economisti avevano previsto un aumento dello 0,2%. Al netto dell'effetto dell'aumento dell'IVA, l'inflazione ''core'' ha registrato una variazione nulla, dal +0,2% del mese precedente. La Bank of Japan ha per l'anno fiscale 2016 un target d'inflazione superiore al 2%. A seguire sono stati pubblicati il dato relativo alla disoccupazione in leggero calo ad aprile pari al 3,3%, in contrazione dal 3,4%. Gli analisti si attendevano una dato invariato; ed infine l’ultima rilevazione sulla produzione industriale che ha visto ad aprile, nella lettura preliminare, un calo su base annua dello 0,1% rispetto alla flessione dell’1,7% della precedente rilevazione. Il dato è in linea con le attese. Su base mensile c'è stata una crescita dell'1% dal precedente -0,8%. Anche in questo caso il dato è in linea con le attese. Mentre durante la sessione europea, la massa monetaria M3 è cresciuta ad aprile del 5,3%. Gli economisti avevano previsto una crescita del 4,9%. Nel trimestre da febbraio ad aprile la massa monetaria M3 è cresciuta del 4,7%, contro il +4,2% del trimestre precedente. I prestiti al settore privato (imprese più famiglie) sono hanno registrato una variazione nulla. Gli esperti avevano previsto un aumento dello 0,2%. In Germania, invece le vendite al dettaglio sono aumentate nel mese di aprile dell’1,7%. Gli economisti avevano atteso un aumento dell'1%. Il dato di marzo è stato rivisto al rialzo, da -2,3% a -1,4%. Su base annua le vendite al dettaglio sono aumentate ad aprile in Germania dell'1%. Il principale problema da risolvere resta sempre Atene, che stà tenendo con il fiato sospeso soprattutto i paesi europei a causa dell’effetto contagio che può avere sull’Eurogruppo in toto, ma anche per gli effetti politici che potrebbero avere un default ed un abbandono della moneta unica da parte da parte di una stato dell’Unione Europea. I mercati restano speranzosi che la situazione possa prima o poi risolversi stringendo una mediazione tra le due parti in causa. Durante la sessione pomeridiana di venerdì, il Dipartimento del Commercio americano ha comunicato che in base alla sue seconda stima il Pil degli Stati Uniti è calato nel primo trimestre del 2015 dello 0,2%. Anche gli economisti avevano previsto in media una revisione a -0,7%. La lettura preliminare aveva indicato una crescita dello 0,2%. A pesare sull'economia statunitense sono stati nei primi tre mesi di quest'anno il maltempo, gli scioperi portuali e l'apprezzamento del dollaro. Le spese per consumi, il motore della crescita economica degli USA, sono aumentate lo scorso trimestre dell'1,8%, contro il +1,9% della stima preliminare e il +4,4% del trimestre precedente. Le scorte di magazzino sono state riviste al ribasso, da $110,3 miliardi a $95 miliardi. Le esportazioni sono calate del 7,6%, contro il -7,2% stimato in precedenza. Le importazioni sono state riviste significativamente al rialzo, da +1,8% +5,6%. Gli investimenti fissi non residenziali sono calati del 2,8%, contro il -3,4% stimato precedentemente. Il PCE Core, l'indicatore più seguito dalla Federal Reserve per monitorare l'inflazione, è aumentato dello 0,8% contro il +0,9% della stima preliminare e il +1,1% del trimestre precedente. Si è trattato del più basso aumento dal 2010. La banca centrale statunitense tollera, non ufficialmente, una crescita dell'inflazione su base annua tra l'1% ed il 2%. Mentre per quanto riguarda, il Chicago Pmi è sceso durante il mese di maggio, rispetto ad aprile, da 52,3 a 46,2 punti. Gli economisti avevano atteso un aumento a 53 punti. Ricordiamo che un valore al di sopra di 50 punti segnala una crescita dell'attività manifatturiera nella zona di Chicago mentre un valore inferiore indica una contrazione. Il sotto indice relativo ai nuovi ordini è sceso da 55,1 a 47,5 punti. Anche gli altri quattro componenti del Chicago PMI, occupazione, produzione, consegne e scorte sono scesi questo mese sotto 50 punti. In Canada, il Pil annualizzato ha subito una contrazione dello 0,6% nel primo trimestre del 2015. Il dato si confronta con il +2,2% del quarto trimestre 2014 (dato rivisto da +2,4%). Il consensus era per un +0,3%.

Quadro tecnico mercato valutario

Eur/Usd

Trend weekly ribassista dal 04.05.2014
Trend daily ribassista dal 08.05.2014

Come da consuetudine ogni fine settimana per ogni cross che vado ad analizzare, prendo in considerazione non solo il consueto grafico giornaliero ma anche il settimanale in modo da avere una situazione più ampia dal punto di vista temporale, ed in particolare riesco a capire più facilmente la direzione presa dalla coppia durante tutta la settimana. Per quanto riguarda la coppia in esame, notiamo che le contrattazioni, dopo cinque settimane di rialzi consecutivi, seguita a ruota da una settimana con forti deprezzamenti che hanno spinto le quotazioni di ben quattro figure e mezzo verso il basso; nell’ultima settimana invece, abbiamo assistito ad una settimana interlocutoria rappresentata graficamente da una doji di stampo rialzista con un corpo spostato nella parte alta della candela. Dal punto di vista tecnico – grafico, la candela doji ha il corpo al di sotto della resistenza a 1,0967 con chiusura molto vicina allo stesso livello. Ricordo, che tale livello anche nelle passate analisi è stata oggetto di attenta verifica in quanto in passato è stata più volte toccata, quindi è una zona molto sensibile, dove anche nel futuro potremmo attenderci nei pressi della stessa ottimi spunti di ingresso a mercato. Molto probabilmente, la settimana interlocutoria è da attribuire non tanto al normale andamento messo in atto dall’azione del prezzo, ma per lo più dalle continue tensioni provenienti dalla Grecia che influenzano soprattutto l’Eurogruppo in toto; ritengo che anche per la prossima ottava, o meglio fino a quando non si riuscirà a risolvere il problema Grecia, i movimenti daily saranno sempre influenzati da tale situazione. Se invece sposto la mia attenzione verso un orizzonte temporale più ampio, sempre prendendo in considerazione il weekly chart, lo scenario resta sempre di stampo ribassista, ciò si evince sia dalle candele che restano al di sotto o al massimo all’interno della fascia delle Ema a 21 e 34 periodi e sia dall’inclinazione delle stesse resistenze dinamiche che continuano ad avere un inclinazione ribassista. Sul giornaliero, la fase di recupero – correzione del trend ribassista di breve periodo iniziato dai massimi del 15 maggio, ha impattato sulla resistenza a 1,0967, area dove a partire dalle prossime sedute giornaliere, potrebbe iniziare un nuovo breve movimento ribassista, nella stessa direzione del primo impulso precedente, fino a toccare prima il supporto a 1,0694 e poi il supporto a 1,0253. Dal punto di vista operativo, visto che l’analisi espletate sopra mi segnalano una maggiore probabilità che i prezzi subiscano un ulteriore movimento short, ho agito di anticipo, posizionando un ordine di vendita al break out del minimo della giornata del 27 maggio, corrispondente anche ad un roos hook short, dopo un 1-2-3 high evidenziato nel grafico. Di seguito i set up di ingresso a mercato. Sell Stop, Entry Point 1,0800; Stop Loss 1,0980; Tp1 1,0720; Tp2 1,0280.