Idrogeno: come investire sull’energia del futuro

 | 18.03.2021 16:19

Ecco come sfruttare il megatrend dell’idrogeno, un mercato che al 2050 si stima raggiungerà un giro d’affari per 820 miliardi di euro l’anno e 5,4 milioni di posti di lavoro

Il percorso di transizione energetica spinto dal Recovery Fund europeo di cui il Green Deal è architrave e dall’operato Oltreoceano del presidente USA Joe Biden, che ha confermato il suo impegno per le tematiche ambientali facendo rientrare gli Stati Uniti negli Accordi di Parigi, mettono senza dubbio le energie pulite in primo piano come tema più importante nel prossimo futuro. Tra le varie energie che trarranno beneficio dalla rivoluzione verde vi è sicuramente l’idrogeno, che secondo Bank of America (NYSE:BAC) si aggiudicherà il 25% della quota di tutta la domanda di petrolio entro il 2050. Per la banca statunitense, entro il 2050 il mercato raggiungerà un valore di 2.500 miliardi di dollari con un potenziale infrastrutturale di 11.000 miliardi di dollari. Questo tipo di energia è al centro dei piani di molti Governi e nel medio-lungo termine potrebbe aiutare a ridurre le emissioni anche in merito alla mobilità su strada, con i grandi costruttori di automobili sempre più attivi nel creare standard sostenibili. Guardando al Vecchio Continente, le previsioni di H2IT indicano come il mercato potrebbe sviluppare al 2050 5,4 milioni di posti di lavoro e un giro d’affari per 820 miliardi di euro l’anno.

L’Agenzia internazionale dell'energia sostiene che la domanda di idrogeno stia continuando a salire e che questa fonte permetterà di tagliare 830 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 a livello globale. Perché sia utile a centrare la carbon neutrality fissata dall’UE al 2050, questo impatto sul clima deve azzerarsi. Soprattutto perché nella visione strategica dell’Unione Europea per centrare l’obiettivo previsto tra 30 anni, la quota d’idrogeno nei consumi finali di energia crescerà fino a rappresentare un quarto dei consumi. L’idrogeno non è esattamente una fonte di energia, bensì quello che viene chiamato un vettore energetico, cioè un mezzo che consente l’immagazzinamento dell’energia che può poi venire erogata in altre forme, come l’elettricità o la combustione. A certe condizioni che dipendono dal modo in cui viene prodotto, l’idrogeno può rappresentare una soluzione energetica sostenibile e può andare ad affiancare o a sostituire fonti energetiche che hanno un maggiore impatto sull’ambiente. La maggior parte dell'idrogeno prodotto nel mondo si genera con processi industriali oppure è ottenuto come sottoprodotto della raffinazione del petrolio e dalle lavorazioni dell'industria chimica. Tutte le molecole di idrogeno sono uguali fra loro ma ciascuna ha un impatto diverso sull'ambiente, per questo assumono colori diversi: grigio, blu, verde. L’idrogeno grigio (il 95% prodotto al mondo) è prodotto utilizzando fonti fossili, per esempio il gas naturale.

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L’idrogeno blu deriva dal gas naturale, ma l'impianto di produzione è accoppiato con un sistema di cattura e stoccaggio permanente della CO2, prodotta durante il processo. In questo modo, si può generare idrogeno, limitando emissioni dannose per il clima. L'idrogeno verde viene invece generato sfruttando l'elettricità prodotta da impianti ad energia solare, eolica o altre fonti rinnovabili. Il mercato della transizione energetica globale è quindi in enorme espansione e oltre a portare benefici all’ambiente può creare grandi opportunità per gli investitori. A tal proposito ad attirare la nostra attenzione è stato il certificato Cash Collect Worst Of di Société Générale con ISIN XS2277934571 legato proprio a questo tema, che ha come sottostanti Air Liquide (PA:AIRP), Air Products and Chemicals e Plug Power. Al momento della scrittura il Worst of è rappresentato dalle azioni della società statunitense Plug Power. Vediamo cosa dice l’analisi tecnica sul titolo guidato da Andrew J. Marsh quotato al NASDAQ.

Plug Power: l’analisi tecnica

Nella seduta di ieri problemi di contabilità hanno fatto tremare Plug Power a Wall Street, uno dei titoli più attenzionati nell’ultimo anno. La società USA ha dichiarato che dovrà riformulare i bilanci per gli anni fiscali 2018 e 2019, nonché alcuni recenti documenti trimestrali. Il titolo ieri ha aperto la seduta in flessione del 13,75% a 36,81 dollari prima di recuperare terreno verso i 39 dollari per azione. Plug Power in una nota ha specificato di prevedere che la revisione della contabilità non influirà sulla liquidità della società. L’azienda ha inoltre confermato i suoi obiettivi al 2024 dichiarati a inizio anno (1,7 miliardi di dollari di ricavi lordi). Nonostante i recenti problemi, la struttura tecnica dell’azienda statunitense è ancora orientata al rialzo nel lungo periodo. I corsi con lo storno partito da area 74 dollari hanno infatti riassorbito l’eccesso di momentum rialzista che si era palesato a inizio gennaio, pur mantenendo una view positiva nel lungo periodo. Se si osserva il timeframe settimanale si può notare che il calo delle quotazioni ha reagito sull’area supportiva espressa dall’area compresa tra il 50 e il 61,80% di ritracciamento di Fibonacci calcolato sull’intero movimento rialzista partito dai minimi registrati a luglio 2020, quando Plug Power valeva 7,00 dollari. Al momento le ultime tre candele settimanali presentano un pattern inside o di consolidamento e un breakout dei 48,50 dollari potrebbe favorire un ulteriore allungo verso la prossima area di concentrazione di offerta posta a 64,50 dollari. La view positiva verrebbe meno solo con una violazione del minimo a 33,26 dollari, fatto che invaliderebbe completamente il quadro positivo a favore di strategie di vendita che avrebbero target in area 22,00 dollari.