Il certificate a cedole incondizionate del 10,2% per battere l’inflazione

 | 07.12.2022 10:03

Un flusso cedolare incondizionato del 10,2% unito a una barriera profonda il 55% su tre blue chip italiane. L’obiettivo del certificate di Vontobel con Isin DE000VV8XUB8 su Enel (BIT:ENEI), Eni (BIT:ENI) e UniCredit è quello di battere l’inflazione grazie allo stacco di premi trimestrali incondizionati del 2,55% (10,20% annuo). Rimborso anticipato dal nono mese.

A scadenza, barriera profonda, con una protezione del capitale fino a cali del 45% dei sottostanti dal livello iniziale. Durata 24 mesi.

Lane (Bce) inflazione vicina al picco

L’inflazione europea è vicino al picco ma il suo declino sarà lento. A dichiararlo, ieri, è stato Philip Lane, il capo economista della Bce, che ha aggiunto “è ancora incerto se il massimo sia arrivato o arriverà all’inizio del 2023”.

L’inflazione è come un topolino che, dopo essersi mangiato il formaggio della dispensa è passato ai soldi, quelli sotto il materasso. Il problema è che negli ultimi anni, il topolino ha figliato ed è ingrassato a dismisura, tanto che l’inflazione in Europa è cresciuta al 10%, in Italia siamo all’11,8%. Significa che con gli stessi soldi di un anno fa possiamo comprare circa il 12% in meno.

Ora, Lane avrà anche ragione a dire che il picco è vicino, tirando un sospiro di sollievo, ma il 10% è davvero tantissimo e lo stesso economista ammette che “il cammino dell’inflazione dagli attuali livelli molto alti fino al 2% comunque richiederà tempo”. Cammino, questo, che potrebbe passare attraverso un 6-7% di inflazione nel prossimo anno, anche se Lane si attende “ulteriori riduzioni nel corso dell’anno”.

Il tempo è denaro

Forse un detto più azzeccato per descrivere l’inflazione non poteva esserci, più passa il tempo e più l’inflazione si mangia i nostri risparmi, stavolta a un ritmo davvero forsennato.

La banche centrali, soprattutto quella europea, hanno le armi spuntate contro questo tipo di inflazione che è esogena.

Il grafico sotto mostra come Madame Lagarde e compagnia poco possono fare per ridurre l’inflazione quando questa è legata per il 47% ai costi energetici e per il 40% alle catene di approvvigionamento. Di positivo c'è che petrolio e gas una tregua ce la stanno dando, anche se i prezzi sono ancora troppo alti.