Il Covid torna a far paura, come operare con l'aumento dei casi?

 | 15.07.2021 08:28

E' trascorso più di un anno dalla "grande paura" che ha portato nelle nostre vite il Covid-19, scatenando sull'economia uno tsunami di proporzioni enormi.

Il Covid-19 daltronde muta periodicamente, come se cambiasse "pelle", quasi sfidandoci tutte le volte mettendo sotto pressione la comunità scientifica che spesso deve rimettere in discussione tutto il lavoro e le certezze costruite in questi mesi. Ovviamente tutto ciò incide anche e soprattutto sul mercato finanziario.

Fino a poco tempo fa, si era rinnovata una certa sicurezza data dall'efficacia dei vaccini, fatti alla maggior parte della popolazione, e dal calo dei contagi.

Proprio in base questo fattore di "paura" che aumenta o diminuisce, si basano i cambiamenti di molti investimenti, proiettati verso assets ritenuti più "sicuri".

I mercati, in qualche modo, restano legati alle notizie.

Ursula von der Leyen, si è detta soddisfatta dei progressi fatti con le vaccinazioni. Si prospetta una copertura del 70% della popolazione entro la fine del mese (500 milioni di dosi) ma è rimasta cauta sul fronte "Delta" che sta portando alcuni governi a reintrodurre restrizioni. Gli effetti più gravi della "variante" porteranno incertezza sui mercati e l'Europa dovrà decidere di conseguenza, se mantenere o meno più al lungo il sostegno fiscale a favore della ripresa.

La Bce, in questi giorni, ha ridefinito il target d'inflazione, poco inferiore al 2% e questo non rappresenta una soglia massima. Ciò sta ad indicare agli investitori
che non ci saranno "tagli o cessioni" per quanto riguarda gli stimoli monetari (con un'inflazione elevata le banche centrali dovrebbero ridurre gli aiuti monetari) e che sosterrà l'aumento del PIL. Questa è sicuramente una "buona" notizia per i Btp, perchè è probabile che lo spread Btp-Bund a 10 anni vada verso i 100 punti base o anche al di sotto.

In Italia, il Tesoro ha raccolto 9 miliardi di euro con l’asta dei nuovi Btp a 3 anni senza cedola, a 7 anni e cedola 0,50% e 15 anni con cedola 0.95% .
Tutt'altro rendimento rispetto al Btp scadenza 2026 con cedola 7,25% (anche rispetto al Btp a 30 anni con cedola 1,75%) ma erano altri tempi! Oggi, i rendimenti sono davvero bassi, se ad esempio il nostro investimento rendesse il 2% al lordo dell'inflazione, in un contesto con tasso al 3%, produrrebbe un rendimento reale negativo. La stadra da percorrere per garantire il proprio investimento sono quelli "a tasso variabile" (cedole), che tendono a salire e a scendere presentando una correlazione "positiva" con il tasso inflazionistico, e quelli "indicizzati" alle variazioni dei prezzi di consumo (CPI).

La Lagarde, intanto, ha fatto trapelare dalle sue ultime parole, che il Pepp deve essere visto come un modo per migliorare e sostenere le finanze europee (e
contrastare i "falchi" che sono a favore di una riduzione del programma di emergenza), che la Bce manterrà bassi i tassi di interesse chiedendo prudenza alle banche sui leveraged loans limitando l’esposizione ai prestiti, concessi a società, caratterizzati da una leva finanziaria elevata e covenant. Ha confermato, quindi, l'atteggiamento da colomba. A questo punto sarà importante il prossimo incontro della Bce, di giovedì 22 luglio, per ridefinire la forward guidance.

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Parliamo degli indici.

Nell’ultima seduta del primo semestre i listini azionari europei hanno chiuso in calo, soffrendo la crescente diffusione delle notizie riguandanti la "variante Delta". I casi sono in aumento in molte nazioni come nel Regno Unito, in Francia e in Spagna. Le Borse europee hano registrato un rallentamento, Dax -0,99%, Cac40 -0,91%, Ftse -0,67% e FtseMib -1,01% nonostante i dati sull'inflazione (1,3%), sul miglioramento del prodotto interno lordo (5%). Nelle prime due settimane di luglio l'andamento non sembra essere cambiato, -3,20% andando così dal massimo registrato a giugno fino a 24500 euro per poi recuperare quota 25200 euro. Nel breve periodo una nuova accelerazione potrebbe essere guidata dai titoli energetici, industriali, utility e finanziari legati alla "reflation trade" ossia alla crescita dei prezzi stimolata dalla politica monetaria e dal PNRR (in arrivo i primi 25 miliardi), come Tenaris (MI:TENR), Enel (MI:ENEI), CNH Industrial (MI:CNHI), Intesa (MI:ISP), Unicredit (MI:CRDI), Inwit (MI:INWT) e A2a.

Mentre la notizia della variante Delta diventa insistente, e ogni giorno preoccupa sempre di più, potremmo aumentare il peso dei titoli che fanno parte del settore farmaceutico come Recordati (MI:RECI), Diasorin (MI:DIAS) e Amplifon (MI:AMPF) o del tech come Nexi (MI:NEXII).


Analizziamo il nostro indice.

Nel mio articolo su Ftsemib dicevo che lo scenario era mutato sensibilmente nei primi mesi del 2021, seguendo l’evoluzione della crisi politica e della discesa in campo dell’ex presidente della Bce, Mario Draghi. Lo spread Btp-Bund era sceso a 100 punti base facendo presupporre ulteriori cali e l'aumento del PIL. C'era stato un vero e proprio "effetto Draghi". A marzo ha sovraperformato con un rialzo dell'8% e colmando il gap down aperto un anno fa, inoltre affermavo che il trend rialzista era destinato a proseguire verso un recupero dei massimi precedenti a 25.490 punti (Febbraio 2020).