Il crollo della lira grava sull’oro; le sanzioni iraniane pesano sul greggio

 | 13.08.2018 12:49

I fan dell’oro combatteranno strenuamente per difendere il metallo prezioso al livello chiave di 1.200 dollari l’oncia questa settimana, poiché la crisi delle sanzioni turche sta spingendo gli investitori verso il dollaro, allontanandoli dalle materie prime e dagli altri asset rischiosi. Sul fronte energetico, gli investitori lunghi sul greggio sperano che la stretta sulle forniture iraniane metta fine al crollo peggiore in tre anni della materia prima.

Nel frattempo, i prezzi dei cereali dovrebbero diventare volatili, tra gli ulteriori danni al raccolto per la siccità in Europa e la recente ondata di vendite di frumento, soia e granturco. Anche il gas naturale USA sarà sotto i riflettori: gli investitori valutano se i prezzi saranno destinati a proseguire la loro impennata per il ridotto aumento delle scorte invernali o invece scenderanno per via del clima più mite che riduce la domanda estiva.

Il problema della lira turca dovrebbe spingere altri speculatori verso il dollaro, pesando sulla domanda delle materie prime, secondo gli esperti del forex. Il dollaro è schizzato del 16% contro la lira venerdì, quando il governo Trump ha applicato sanzioni contro Ankara per la detenzione del pastore americano Andrew Brunson nel 2016. Ha anche avvertito che raddoppierà i dazi su acciaio e alluminio turchi.

“Stiamo seguendo da vicino gli sviluppi del cambio USD/TRY”, si legge in una nota di ieri di TD Securities. “Il rischio di contagio è alto sui mercati. I timori della BCE per l’esposizione delle banche alla Turchia e il bilancio italiano hanno spinto la coppia EUR/USD a nuovi minimi”.

Oltre al trambusto legato alle materie prime, i mercati non perderanno di vista una serie di dati in calendario che comprendono le vendite al dettaglio USA, la produzione industriale cinese e l’inflazione britannica, nonché l’ultima settimana di report sugli utili a Wall Street.

L’oro si avvia a registrare il quinto mese consecutivo in rosso

L’oro, rimasto indietro rispetto al dollaro come investimento rifugio da marzo, ha passato le ultime sei settimane in rosso. Finirà il quinto mese consecutivo in territorio negativo a meno che non registri una svolta ad agosto.