Il Giorno della FED

 | 15.06.2022 10:35

Prosegue la correzione sui principali mercati, dove a salvarsi ieri troviamo oltre ad Hong Kong e Shanghai solamente, grazie ad uno stentato (ma importante) +0,20%, il Nasdaq 100.

Seduta europea che subito ha provato ad invertire la tendenza, dopo le pesanti perdite di lunedì, cercando di sfruttare la scia dei rialzi cinesi, ma che è caduta sui colpi tedeschi di un’inflazione ancora in rialzo (+7,9% a/a e +0,9% su base mensile) e di un sentiment ZEW, sì in ripresa, ma al di sotto delle attese. Se a questo dovessimo aggiungere le problematiche energetiche che attanagliano l’Europa il risultato è uno Euro Stoxx 600 che chiude in calo dell’1,26%. 

Problematiche energetiche che tornano a chiamarsi gas. Anche qui gli eventi non giocano a favore. Dopo l’incendio al terminal americano Freeport Lng – responsabile di circa un quinto delle esportazioni statunitensi - si è riportato come i tempi di ripristino si sono allungati (e non di poco!), passando da circa 21 giorni agli attuali 90. A gettare ulteriore benzina sul fuoco la riduzione del 40% dei flussi di gas russo verso la Germania, passanti per il gasdotto chiave Nord Stream 1. La causa, secondo Gazprom, è da ricercare nelle sanzioni occidentali che impediscono alla società di ricevere le attrezzature chiave necessarie per la riparazione (la consegna di una turbina a gas Siemens è bloccata dalle sanzioni canadesi), oppure nuove pressioni opportunissimamente sfruttate da Mosca? Di fatto la capacità di Nord Stream 1 è ora limitata a 96 Mcm/g invece di 160 Mcm/g, senza informazioni sulle tempistiche di ripristino.  Come nel quadro “L’Urlo” di Munch gli investitori aggiungono tale taglio nel contesto di chiusura pianificata tra l’11 e il 20 luglio dello stesso gasdotto, del definitivo stop dell’export attraverso la Polonia sullo Yamal-Europe e con i transiti in Ucraina più che dimezzati.  Risultato: i prezzi del gas europeo, misurati dai futures TTF olandese sono ritornati nuovamente sui € 100/MWh.  Se i tagli russi dovessero risolversi in tempi brevi sarebbe possibile ipotizzare una ripresa della tendenza al ribasso dei prezzi, a cui abbiamo assistito nell’ultimo periodo. Al contrario nuove pressioni potrebbero sostenere un possibile graduale rialzo verso i massimi di un anno - con una riduzione prolungata che creerebbe problemi sullo stoccaggio del gas (attualmente in Europa pari al 52%, Germania 55% e Italia 53%) a sufficienza per i mesi invernali.