Il giorno dopo

 | 16.06.2022 12:25

Giornata di rimbalzi, quella di ieri registrata sulle principali piazze finanziarie.

A sostenere la possibile inversione, con lo S&P 500 che interrompe finalmente la serie di 5 sedute consecutive in perdita, la quale ha lasciato sul terreno una flessione di circa 10 punti percentuali - così come in Europa Milano, la quale ha registrato ben sei sedute consecutive in negativo - l’intervento rispettivamente in primis della Bce e nella serata della Fed. Interventi volti a placare l’inquietudine dei mercati, segno di un nuovo percorso non più data dependent, quanto più volte ricordato degli stessi banchieri centrali, bensì market dependent. L’augurio è che tali concessioni non finiscano per creare un precedente, altrimenti sarà difficile generare sicurezza in un mercato che detta le sue regole. 

BCE: In Europa le pressioni esercitate dei mercati, destabilizzati da una comunicazione inefficace della Bce di giovedì scorso, ha costretto l’Eurotower a indire una riunione straordinaria, dove in una sorta di "Whatever it takes”  la Lagarde ha voluto correggere il tiro dopo le speculazioni sui titoli periferici, tuttavia senza offrire dettagli - aspetto che potrebbe generare nuove incertezze.  Flessibilità del programma pandemico Pepp e la creazione futura per un nuovo strumento “anti frammentazione” le armi messe in atto dalla Bce. Reazione sui mercati, positiva con lo spread BTP-Bund in calo di 25 punti a 2,225 - sebbene ancora superiore ai 200 punti presenti ad inizio mese) – e mercati azionari in rialzo, con Milano maglia rosa grazie ad un +2,87%. Tuttavia il calo, piuttosto brusco, del  cambio EUR/USD, sceso al di sotto di 1,04 dopo la pubblicazione, evidenzia una diversità di giudizio.

Federal Reserve: Nel giorno della Fed, Powell accontenta i mercati offrendo loro quanto richiesto con un rialzo di ben 75 punti base. In una conference durata circa 56 minuti, l’attacco iniziale è identico a quello della Lagarde della scorsa settimana (nonché a quello alla quale abbiamo assistito nelle ultime conferenze): l’inflazione eccessivamente alta e le necessità di doverla combattere: “Noi della Fed comprendiamo i disagi che l'alta inflazione sta causando. Siamo fortemente impegnati a riportare l'inflazione al ribasso e ci stiamo muovendo rapidamente per farlo.”  Queste le parole utilizzate, non nuove se confrontate a quelle di Maggio”: “L'inflazione è troppo alta e comprendiamo le difficoltà che sta causando, e ci stiamo muovendo rapidamente per riportarla al ribasso”. Tuttavia, parole che sono state accompagnate da fatti. Termine inflazione pronunciato ben 124 volte ieri, quasi il doppio rispetto alle 68 volte della passata riunione. Powell, sebbene consapevole dell’aumento insolito effettuato, rimarca un possibile rialzo nella prossima decisione del 27 luglio di altri 50 o 75 punti e riporta come il tasso a fine anno si assesterà tra il 3,5% e il 4% - un deciso cambio di rotta o di previsioni completamente sbagliate se ricordiamo come le ipotesi pronunciato dallo stesso banchiere il 16 Marzo erano del 1,9%. Mercati che quindi aggiustano subito le aspettative spostandosi a dicembre da un tasso atteso del 3,75% ad un attuale 4,25%.

Mercati che hanno apprezzato sia la decisione che il comunicato, con il Nasdaq 100 in rialzo di circa il 2,49% e lo S&P 500 di 1,46%.   In rialzo tutti i settori, fatta eccezione dell’Energetico. Bene in particolare il consumo discrezionale +3,02% nonché il tecnologico +2,17% - il quale beneficia del calo dei rendimenti dei Treasury. 

In assenza di nuove importanti pubblicazioni tali da destabilizzare il sentiment degli investitori sarà interessante monitorare l’evoluzione dell’attuale rimbalzo dei mercati. Situazione che in Europa invece potrebbe essere compromessa dal continuo aumento dei prezzi sul gas, con i futures sul gas legati al TTF saliti al di sopra del livello di € 130 per megawattora, un valore che non si registrava dall'inizio di marzo. Causa da collegare alla minore fornitura, con Gazprom cha ha ridotto del 60% le forniture di gas alla Germania attraverso il principale Nord Stream, nonché una riduzione del 15% dei flussi verso l'Italia, in un momento in cui i mercati erano già preoccupati, dopo l'esplosione del Terminal Freeport in Texas. Intanto si cercano nuove fonti e gli incontri di Draghi e della Von Der Leyen in Medio Oriente hanno portato ad un nuovo accordo storico con la fornitura di gas israeliano, passante per l’Egitto.

Calendario: L’attenzione sulle Banche Centrali resta anche oggi protagonista con le riunioni della Bank of England (BoE) e della Swiss National Bank (SNB). Le attese sono per un aumento del tasso di interesse di altri 25 pb per la BoE, mentre in Svizzera non dovremmo assistere a cambiamenti, sebbene aumentino le pressioni dopo il prossimo cambio di rotta della BCE e con un’inflazione vicina al 3%.

Intanto in attesa della decisione di domani della Bank of Japan (BoJ),  le rilevazioni di  maggio hanno evidenziato il più grande deficit commerciale degli ultimi otto anni in Giappone,  con i costi delle importazioni,  a causa di uno Yen debole, che continuano a pesare su uno dei maggiori importatori di energia al mondo.

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