Il mondo attende tagli OPEC ma la sorpresa potrebbe arrivare da Iran (e Giappone)

 | 12.06.2019 16:07

Dalla terra del Sol Levante giungono nuove speranze per l’Iran. E possibili problemi per l’OPEC nell’immediato futuro.

Mentre l’erede al trono Mohammed bin Salman ed il suo Ministro per l’Energia Khalid al-Falih sfoderano le loro arti ammaliatrici per convincere il Presidente russo Vladimir Putin che saranno necessari maggiori tagli della produzione da parte di Mosca per salvare i prezzi del greggio dal collasso, l’Iran prepara il tappeto rosso per accogliere un ospite altrettanto importante.

h3 Il Primo Ministro giapponese Abe a Teheran a mettere pace con Trump/h3

Il Primo Ministro nipponico Shinzo Abe sarà a Teheran da oggi a venerdì per tenere delle trattative con il Presidente Hassan Rouhani, prima di incontrare il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Seyyed Ali Khamenei. Abe è il primo premier giapponese a mettere piede sul suolo iraniano dalla Rivoluzione Islamica del 1979 e la sua visita sarà un evento storico anche senza quello che spera di raggiungere: la pace tra Teheran e gli Stati Uniti.

Jalal Sadatian, ex diplomatico iraniano, commentando la visita di Abe in una intervista al sito web Iranian Diplomacy, ha chiarito che il premier nipponico non punta ad ottenere un nuovo accordo nucleare globale che resetti le relazioni tra i governi di Rouhani e Trump.

Afferma Sadatian:

“Iraq, Kuwait, Oman, Svizzera e Giappone non intendono portare l’Iran e gli Stati Uniti al tavolo delle trattative con un esito simile a quello del periodo Obama”.

Si riferisce al Piano di azione comprensivo coordinato (JCPOA), l’accordo firmato da Obama con l’Iran, di cui Trump si è disfatto appena preso l’incarico, definendolo un “accordo orrendo, unilaterale, che non sarebbe mai e poi mai dovuto essere fatto”.

A parte il Giappone, gli altri paesi menzionati da Sadatian hanno cercato di aiutare a ricucire i rapporti tra Teheran e Washington, che hanno segnato il punto peggiore in quattro decenni quando Trump ha cancellato l’accordo nucleare dell’era Obama nel maggio 2018 ed ha imposto sanzioni contro le esportazioni petrolifere iraniane. Intanto, anche il Maas si trova in Iran per cercare di salvare l’accordo nucleare originale del 2015.

Sadatian afferma che Abe tenterà di alleviare le ripercussioni della crisi USA-Iran che vengono avvertite a livello globale. Le tensioni geopolitiche sono aumentate in Medio Oriente il mese scorso quando gli Stati Uniti hanno rafforzato la loro presenza militare nel Golfo Persico in previsione di quello che hanno definito un probabile attacco iraniano. Il Pentagono ha inoltre accusato le Guardie della Rivoluzione iraniane per il sabotaggio di quattro navi nel Golfo a inizio maggio. L’Iran ha smentito entrambe le voci.

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Anche se le tensioni USA-Iran si fanno sentire in tutto il mondo, le vere ripercussioni avvertite sono quelle legate ai prezzi del greggio, che potrebbero salire più del previsto per via dello scontro.