Il Mondo Obbligazionario e il Mercato Azionario: Un’Analisi delle Tendenze

 | 30.01.2024 09:27

Sebbene gli occhi del mercato siano attualmente rivolti alle attese decisioni macroeconomiche della settimana, che includono le scelte di politica monetaria negli Stati Uniti e nel Regno Unito, insieme ai dati sull’occupazione, è interessante notare che, nonostante le rilevanti trimestrali in arrivo, sono state soprattutto le notizie provenienti dal mondo obbligazionario a catalizzare l’attenzione.

Il ribasso dei rendimenti dei Treasury ha sostenuto il mercato azionario, specie dopo l’imprevisto taglio delle stime di indebitamento da parte del Tesoro per il trimestre in corso. Una mossa che ha sorpreso molti operatori, alimentando il rally sia nel mercato obbligazionario che in quello azionario nella giornata di lunedì. Le pubblicazioni di ieri da parte del Dipartimento del Tesoro indicano ora una stima di indebitamento netto di 760 miliardi di dollari per il periodo gennaio-marzo, in ribasso rispetto alla precedente previsione di 816 miliardi di dollari rilasciata a fine ottobre. I gestori del debito statunitense hanno confermato la stima del saldo di cassa del Tesoro a 750 miliardi di dollari per la fine di marzo. Il minor fabbisogno di finanziamento è stato attribuito a maggiori flussi fiscali netti previsti e a una maggiore liquidità disponibile all’inizio del trimestre rispetto alle attese. Tale riduzione delle stime di indebitamento, collegata all’incremento delle entrate fiscali, può essere interpretata come un segnale di forza economica. In un contesto in cui la potenziale evoluzione di una recessione rappresenta una delle principali preoccupazioni (con una quota del 18%), il sondaggio Retail Investor Beat, condotto su un campione di 10.000 investitori retail in 13 paesi, evidenzia anche preoccupazioni riguardo all’aumento delle tasse (al quinto posto con il 11%) e all’incremento del debito nazionale (al settimo posto). Mentre il mondo obbligazionario è generalmente considerato un rifugio “più sicuro”, le fluttuazioni notevolmente elevate negli ultimi dodici mesi, evidenziate dall’indice MOVE (tra -15,47 e 23,94), dimostrano che anche questo settore non è immune dalla volatilità. Oscillazioni che risultano essere state maggiori anche dell’indice VIX, il quale si è mosso da -14,44 a 18,32, confermando che la stabilità non è garantita nemmeno nei segmenti tradizionalmente considerati più sicuri.