Il Ringraziamento potrebbe regalarci greggio altalenante e oro in range stretto

 | 25.11.2019 16:09

Ci sono due cose che i trader del greggio non dovranno perdere di vista questa settimana: il tacchino e la volatilità.

I volumi degli scambi sono solitamente più leggeri in questo periodo dell’anno, tra i viaggi e le vacanze del periodo della festa del Ringraziamento, che generano oscillazioni sui mercati.

E poche cose sono inclini ad oscillazioni al momento quanto i prezzi del greggio, con i partecipanti dei mercati che tentano di trovare un equilibrio tra le favole delle trattative USA-Cina e la fanfara dell’OPEC su tagli alla produzione e critiche allo scisto.

Le apparizioni settimanali sulla Fox del Presidente USA Donald Trump, del consulente economico alla Casa Bianca Larry Kudlow e del Segretario al Commercio Wilbur Boss cominciano ad avere tutta l’aria di talk show comici in seconda serata, nel tentativo di inculcarci ogni volta l’idea di un accordo vicino, quando invece non è così.

Un accordo commerciale “molto vicino” che invece non lo è affatto

Secondo gli ultimi commenti di Trump di venerdì un accordo sarebbe “molto vicino”, anche se continua a sbandierare davanti alla Cina la minaccia di un aumento dei dazi entro il 15 dicembre. Trump ha sottolineato che Pechino vuole disperatamente un accordo.

Si è anche vantato di aver praticamente “salvato” Hong Kong dalla distruzione usando le trattative commerciali come carta vincente contro Pechino, in modo che non attacchi i manifestanti di Hong Kong opponendosi alla sua legge (non esattamente la cosa più diplomatica da dire su qualcuno da cui si cerca di ottenere un accordo).

E come se i mercati non fossero già abbastanza confusi dal messaggio che si suppone avrebbero dovuto cogliere da tutto questo, il presidente ha aggiunto che potrebbe bloccare la legge approvata dal Congresso USA a supporto dei manifestanti di Hong Kong.

Ha suggerito che lo farebbe come contentino per convincere la sua controparte Xi Jinping a firmare. Xi, da parte sua, ha rispettosamente spiegato che la Cina non accetterà ordini dai poteri coloniali e che controbatterà, se necessario.

Fase uno: una “toppa politica vana, difettosa, ridicola”

Un amico di Yale, Stephen Roach (citato dal mio collega Pinchas Cohen nel suo articolo settimanale) ha affermato senza mezzi termini che la fase uno dell’accordo commerciale fra Cina e Stati Uniti non è che una “toppa” politica “vana” “difettosa” e “ridicola” per tamponare temporaneamente la ferita che si è procurato lo stesso Trump e, in breve, per contribuire alla sua rielezione del 2020.

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Sebbene i volumi degli scambi ridotti nella settimana del Ringraziamento possano implicare scambi più altalenanti per il greggio per tutte le storie sullo scontro commerciale, i trader della materia prima ed i modelli algoritmici sembrano essersi calmati dopo la scorsa settimana, quando hanno inseguito al rialzo i prezzi del greggio basandosi solamente sulle iperboli del governo sugli scambi commerciali.

I fund del greggio ed i loro algoritmi sono passati invece al seguire le notizie sull’OPEC che, in vista del vertice di dicembre, sta creando dei drammi per gonfiare il mercato.

Dopo che i prezzi del greggio sono stati gravemente colpiti nei primi due giorni della scorsa settimana nei timori per la domanda, l’OPEC ha lasciato trapelare a Reuters (tramite una fonte anonima) un annuncio probabilmente riservato al vertice di dicembre: che cioè l’attuale accordo sulla produzione stretto dal cartello con gli alleati per il taglio di 1,2 milioni di barili al giorno sarà prorogato fino a giugno.

In soccorso dell’OPEC: una Russia che di solito infrange le promesse

Il Presidente russo Vladimir Putin ha essenzialmente appoggiato la fuga di notizie dell’OPEC in seguito, affermando che, in quanto principale alleato del cartello, Mosca fornirà un supporto incondizionato ai tagli alla produzione, sebbene il passato del paese riguardo alla cooperazione con l’OPEC sia stato lastricato di promesse infrante.