Il vero problema delle banche? Il settore lancerà il MIB sopra fascia 24000-24500?

 | 20.11.2017 08:50

Buongiorno ai Lettori di Investing.com,

partiamo ad analizzare la situazione attuale dalla seconda domanda.

Anche se in Borsa non esistono mai risposte certe, ma solo calcoli di probabilità effettuati parametrando analisi fondamentali e tecniche, la mia è che, al momento, ci sono il 70% di possibilità che ciò possa accadere. Perché?

I motivi principali sono i seguenti:

  1. Il rialzo dell’indice milanese partito da area 16000 ha portato in breve tempo le quotazioni (parlo dei max raggiunti da ogni singolo titolo) a sopravalutazioni che nell’ultimo periodo però si sono ridimensionate (anche drasticamente); come esempio possiamo citare Tenaris (MI:TENR) (max 17.39-attuale 12.13), Mediaset (MI:MS) (max 4.806-attuale 2.942), Leonardo (max 16.11-attuale 10.13); mentre altre potrebbero e “dovrebbero” farlo ancora un po’ senza “rovinare” l’indice; vedi STM (MI:STM) (sui massimi), Recordati (MI:RECI) (max 40.66-attuale 38.04) e Ferrari (MI:RACE) (max 105.30-attuale 92.50).
  2. Altre azioni, se confermeranno le aspettative dei piani industriali o ipotesi di sviluppo (come anche quelle al punto 1, hanno ancora un buono spazio di salita nel prezzo di borsa; vedi Fiat (MI:FCHA), Saipem (MI:SPMI), Telecom (MI:TLIT), Italgas, A2A (MI:A2).
  3. Il settore bancario, fondamentale per il futuro dell’indice, ha ottime prospettive di crescita.
  4. Fino a che i 21300 punti terranno (sarebbe meglio i 22000 –minimo del 15-11 a 21932-), il ribasso attuale, o l’ulteriore ribasso, lo si può/potrà configurare come uno storno, salutare, delle quotazioni.

Ma ora torniamo alla prima domanda, ovvero il nodo cruciale della questione che decreterà il “vincitore” del match tra Berretti “Verdi” e Giubbe “Rosse”.

Il vero problema delle banche (se lo si vuol considerare tale) ha un nome ben preciso: SSM, acronimo di Single Supervisory Mechanism.

Operativo dal Novembre 2014, questo nuovo meccanismo unico d vigilanza è stato affidato alla BCE con lo scopo, parafrasando il Professor Donato Masciandaro, di dare “il calcio d’inizio ad una nuova partita”.

E, mi chiedo io: quale potrebbe essere il premio se la partita fosse vinta?

Beh… credo un premio ambizioso (ad oggi siamo nel campo delle ipotesi): il completamento dell’unione bancaria europea attraverso la realizzazione di un meccanismo comunitario di tutela dei depositi entro 5-10 anni.

Ma purtroppo, per fare questo, bisogna “armonizzare” il rischio che, nel nostro caso, è rappresentato dagli NPL (vedi tabella sottostante-Fonte EBA).

Dalla tabella si evidenzia quanto nel 2016 la situazione Italia fosse delicata; infatti il Ratio NPL Paese era al 17% (5° posto per rischiosità), dietro solo a Cipro e Grecia (malissimo), e Slovenia e Portogallo (male),

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

inoltre, con un ratio nettamente superiore al 3-5% della media europea (Paesi in buona salute NPL).

Relativamente all’“armonizzazione” però, attualmente, lo si potrebbe fare in modi e tempistiche anche differenti da quanto prevede l’SSM e vorrebbe la BCE.