Indice FTSE MIB, ah se gli orsi potessero parlare…

 | 01.10.2018 19:47

Investing.com - La quotazione dell’indice FTSE MIB, alle ore 17:30 di oggi, era di 20609 punti, in perdita del -0.49%, rispetto alla giornata precedente; la seduta odierna è stata caratterizzata da un movimento rialzista poi virato a ribassista.

In chiusura, si collocano in terreno positivo 21 titoli su 40, con un range di variazione che va dal migliore (Moncler (MI:MONC)), che sale del +4.58%, al peggiore (Banco BPM (MI:PMII)), che scende del -5.75%.

Riflessioni condivise:

E sì, se gli orsi potessero parlare ne sentiremmo delle belle…ora che la tendenza sia ribassista lo vedono anche i ciechi, ma prima di venerdì non era affatto così, anzi…E ora, sulle molte chat che trattano di finanza, ovviamente, si stanno pubblicamente lisciando il pelo al suon di “noi l’avevamo detto”. Come dargli torto, d’altronde? In effetti la zampata sferrata venerdì scorso è stata di quelle che si ricorderanno, una perdita giornaliera superiore al 4% non è cosa che si vede spesso. Ma non basta, anche oggi, dopo aver lasciato sfogare i torelli in un rimbalzo “tecnico”, si sono ripresentati in forze sul listino, respingendo la quotazione sino a provocarne una chiusura in territorio negativo, insomma ci stanno "dando dentro" alla grande… Il minimo odierno è risultato leggermente superiore a quello postato venerdì scorso, seppur di poco, ma quanto basta per mantenere ancora vive le speranze di quei compratori, che si sono ritrovati “incastrati” in posizioni lunghe, che non sono riusciti o non hanno voluto chiudere. L’attuale speranza dei tori è per una possibile reazione rialzista che consenta loro, quantomeno, di liquidare quelle posizioni in pareggio. Come mai, viene da chiedersi, gli orsi si aspettavano una discesa, in un periodo durante il quale, i segnali erano univocamente positivi? Durante la seduta del giovedì, cioè quella precedente al “venerdì nero”, molti operatori avevano effettuato acquisti, a testimonianza del positivo sentiment che governava il mercato. La spiegazione, ritengo, sia piuttosto semplice ed intuitiva: dal momento che, in ambito finanziario, si ritiene universalmente che la quotazione del nostro indice abbia già raggiunto un minimo assoluto, sotto il quale non potrà più andare (cioè i 12295 toccati il , 25 luglio 2012) va da sé che non si possa far altro che acquistare ad ogni segno di cedimento, almeno nel lungo o lunghissimo periodo, ma non prima di aver effettuato una necessaria correzione ribassista. Ecco qui sta la differenza fra coloro che comprano sempre e comunque e coloro che, invece, lo fanno solo a determinate condizioni. In base a questo semplice ragionamento, gli orsi , compreso chi scrive, attendevano l'arrivo di questa correzione già da lungo tempo. La vera questione, quindi, sta ora nel riuscire ad ipotizzare con buon grado di approssimazione quali siano i valori dai quali iniziare ad acquistare nuovamente. Se si ritiene fondata l’ipotesi rialzista esposta, infatti, si deve tenere altrettanto presente che una corretta analisi non può escludere ribassi correttivi, anche di grande entità. Quale potrebbe essere, dunque, la strategia potenzialmente migliore da adottare? E’ presto detto: acquistare solo in caso di raggiungimento dei valori di 19,675, 18.875,17500 e 16500 punti. Questa strategia di lungo o lunghissimo periodo, deve essere implementata solo utilizzando operazioni dai tagli contenuti e esercitando l’antica ma insostituibile arte della pazienza. I target che si prospettano sono infatti importanti e superiori al massimo assoluto sino ad ora postato di 24544 punti. Il primo valore spartiacque di fase è il “solito” (per chi segue questa rubrica serale) 21540 punti (Indice). Le turbolenze sul mercato potrebbero durare ancora a lungo e l’operatività intraday è interessata da un alto grado di rischiosità. Affronteremo comunque i setup di medio, breve e brevissimo periodo, al ritorno di una stabilità che, per il momento, risulta assente. Buonasera. Francesco Lamanna.

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