Indice FTSE MIB, che sberla!

 | 02.08.2018 22:16

Investing.com – La quotazione dell’indice FTSE MIB, alle ore 17:30 di oggi, era di 21414 punti, in perdita del -1.73%, rispetto alla giornata precedente; la seduta odierna è stata caratterizzata da un movimento ribassista.

In chiusura, si collocano in terreno positivo 4 titoli su 40, con un range di variazione che va dal migliore (Ferrari (MI:RACE)), che guadagna il +4.03%, al peggiore (Tenaris (MI:TENR)), che scende del -6.30%.

Riflessioni condivise:

Eh sì, che sberla ha preso oggi il nostro indice FTSE MIB, un gran manrovescio che l’ha fatto affondare ben oltre quanto qui ieri ipotizzato, si era parlato di possibile allungo down “verso i 21475 punti “ e invece…siamo scesi sino a 21322 punti! ben una figura e mezza più in basso. Anche la reazione vista dopo aver toccato il minimo, non è certo stata fra le più entusiasmanti…Il particolare di questa giornata che più deve far riflettere, tuttavia, è un altro e cioè la chiusura di seduta avvenuta al di sotto di un livello qui in precedenza citato come spartiacque di medio periodo, rappresentato dai 21540 punti. La sua violazione odierna, così decisa, lascerebbe pensare ad una nuova inversione di tipo ribassista. Se così effettivamente fosse, ma è ancora presto per poterlo affermare con certezza, dovremmo vedere la quotazione scendere velocemente almeno verso i 21000 punti o poco più. Il punto spartiacque di brevissimo periodo è ora rappresentato dai 21430 punti con target a salire, in sequenza, posti a 21575, 21650 e 21845 punti. Viceversa, rimanendo stabilmente al di sotto di quel valore, si intravedono ora i target down di 21150, 20725, 20275 punti. Ciò che terrei sott’occhio ora, quale punto di riferimento intorno al quale basare la mia operatività, è proprio il valore di 21430 punti. La seduta odierna ha visto una risposta di tipo chiaramente emotivo all’annuncio del presidente americano Trump, dell’imposizione di nuovi e pesanti dazi sulle importazioni di merci cinesi, per un importo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 miliardi di dollari. Pronta è stata la risposta delle Autorità Cinesi, che hanno tentato di smorzare i toni, preannunciando, nel contempo, contromisure di pari entità verso le merci di origine statunitense. Una escalation, questa, che, certamente, non porterà nulla di buono per nessuno. L’unico risultato ragionevolmente prevedibile, sarà una contrazione nei volumi di scambio, a livello internazionale, con conseguente rallentamento dei PIL dei Paesi che accuseranno maggiormente il colpo. Trump è assolutamente determinato a riequilibrare quelli che, a suo parere, sono rapporti commerciali totalmente squilibrati a sfavore degli Stati Uniti. È piuttosto difficile poter dare un giudizio o fare ipotesi credibili allo stato attuale, certo è che essendo gli USA il maggior “cliente” di molti altri Paesi, quali Cina, Europa e Canada, proprio con loro, e con il presidente Trump, sarà necessario fare i conti. Non dimentichiamo che Trump è principalmente un abile uomo d’affari che non sarà affatto facile far pervenire a più miti consigli, senza dare ascolto e soddisfare almeno parzialmente le richieste che avanza in modo tanto perentorio. Nel gioco delle parti, c’è senz’altro una certa percentuale di “esagerazione” nelle iniziative americane, ma questo fa parte, appunto, dell’imbastire una trattativa…chiedere molto di più di quanto si desidera ottenere, per poi scendere a patti. Questo, tuttavia, non significa poter ignorare o sottovalutare le richieste che giungono da oltreoceano. Le richieste di un riequilibrio nei rapporti commerciali saranno ineludibili; prima la Cina, l’Europa ed il Canada lo capiranno e meglio sarà per tutti. L’atteggiamento di superficialità e quasi di “snobismo” sinora mantenuto dalle controparti degli USA non porterà a nulla di buono. Ciò premesso, è necessario aggiungere che la reazione odierna dei mercati, appare quasi eccessiva e per certo, non integralmente derivante dalla questione dazi. La situazione del FTSE MIB è di un precedente rally di lungo periodo, di dimensioni “epocali” avvenuto, per di più, in assenza di dati fondamentali dell’economia, sufficientemente giustificativi. È pertanto probabile che, ad ogni stormir di foglia, gli operatori si ritireranno in difesa, provocando ulteriori “aggiustamenti” verso il basso delle quotazioni. Una correzione, anche di ampio respiro, quindi, non deve e non dovrà stupire, nel momento in cui avvenisse. Una considerazione di fondo, comunque, può e deve sostenere i trader in questa fase: dal momento che, le proiezioni ribassiste di fase, arrivano teoricamente su numeri tanto bassi, da divenire praticamente irraggiungibili, ciò sta a significare che, qualsiasi correzione down si proponesse, per quanto profonda, sarebbe solo momentanea e propedeutica ad una ripresa rialzista piuttosto corposa, nel lungo periodo. Ribadisco l’importanza del valore di chiusura della corrente settimana, per poter ipotizzare con una certa credibilità la direzione attuale del mercato. I valori da monitorare sono quelli di 22400 a nord e 21120 a sud; la violazione di uno di questi due valori, potrebbe indicare la direzione di mercato per il successivo periodo. Buonasera. Francesco Lamanna.

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