Indice FTSE MIB, in attesa di Bruxelles…

 | 20.11.2018 22:33

Investing.com - La quotazione dell’indice FTSE MIB, alle ore 17:30 di oggi, era di 18.471 punti, in perdita del -1.87%, rispetto alla giornata precedente; la seduta odierna è stata caratterizzata da un movimento rialzista poi virato a ribassista.

In chiusura, si collocano in terreno positivo 2 titoli su 40, con un range di variazione che va dal migliore (Enel (MI:ENEI)), che sale del +0.79%, al peggiore (Saipem (MI:SPMI)), che scende del -7.23%.

Riflessioni condivise:

Ormai ci siamo... e alla vigilia della decisione della Commissione Europea sull’eventuale avvio della procedura d’infrazione contro il nostro Paese, i “mercati” si sono dimostrati decisamente negativi, consolidando perdite su tutte le principali piazze del Vecchio Continente. Le opinioni degli analisti sono principalmente orientate verso un avvio della procedura mentre solo una minoritaria percentuale ritiene improbabile questa scelta. Fra questa minoranza è condivisa l’opinione secondo la quale l’Europa, per mere ragioni di convenienza politica, eviterà di avviare una procedura che, causa la sua natura apparentemente vessatoria, potrebbe produrre un effetto di rafforzamento della componente cosiddetta “populista” della pubblica opinione, con conseguente radicalizzazione dello scontro. Si potrebbe quindi ottenere un effetto diametralmente opposto a ciò che si desidera. Proprio a causa di questo rischio, secondo questa componente degli analisti, è molto più probabile che l’Europa decida di giocare la sua partita su un fronte non così diretto, “lasciando fare”, diciamo così, al mercato la parte del "cattivo", aumentando la pressione sullo spread sino a quando ciò non obbligasse il governo italiano a “cedere”, addivenendo a più miti consigli. Un “avviso” in questo senso, del resto, era già stato lanciato a suo tempo, dallo stesso presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Junker il quale aveva affermato che “ci avrebbe pensato il mercato ad insegnare all’Italia il giusto comportamento da tenere”. Alla luce di quanto sta ora accadendo, seppur molto criticato per questa sua affermazione, sembra che Junker avesse semplicemente espresso “ad alta voce” ciò che in molti pensavano in silenzio, fra le trasparenti pareti di vetro di Palazzo Berlaymont. Austria e Olanda, da parte loro, hanno aggiunto ulteriore tensione alla già ingarbugliata faccenda, avanzando la proposta di escludere i paesi sottoposti a procedura d’infrazione (quindi l'Italia), dalla possibilità di ricevere fondi europei. La tensione rimane perciò altissima e qualsiasi decisione verrà presa, è probabile che assisteremo ad un aumento della volatilità, fenomeno che già oggi ha fatto la sua comparsa a Piazza Affari e non solo. La strategia di trading, in queste occasioni, se non ci si vuole misurare con movimenti probabilmente veloci e scomposti, non può che essere quella di operare con piccole size e sul medio lungo periodo. I valori che la tecnica Veda suggerisce di monitorare per posizionarsi long, sono quelli qui già ricordati ieri e cioè 18075 e 17500 punti seguiti poi dai 15380 punti, in caso di ulteriore prosecuzione down. Verso l’alto, rimane invece valida la barriera dei 19650 punti che, se violata con decisione e continuità, potrebbe sancire una inversione rialzista di medio periodo. La partita è avvincente sia da un punto di vista dell’evoluzione dello scontro politico, che da quello puramente tecnico. Ritengo che ci si possa considerare dei privilegiati di poter assistere, in prima persona, ad una fase "storica" così importante, sia per il presente che per il futuro dell'Unione Europea. Buonasera. Francesco Lamanna.

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